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“Make Europe great again”: lo slogan trumpiano scelto dall’Ungheria per la presidenza di turno in Ue

“Make Europe great again”. È questo lo slogan, che ricorda la frase scelta da Donald Trump nella sua campagna elettorale del 2016, che l’Ungheria di Viktor Orbán ha deciso di adottare per la sua presidenza di turno dell’Unione europea.
A cura di Annalisa Girardi
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L'Ungheria ha svelato lo slogan scelto per la sua presidenza di turno dell'Unione europea, che inizierà il prossimo 1° luglio: "Make Europe great again", dal gusto esplicitamente trumpiano. "Make America great again" era infatti la frase scelta da Donald Trump nella sua campagna elettorale per le presidenziali statunitensi del 2016, che ora viene rivisitata da Budapest. Le autorità ungheresi hanno tenuto oggi una conferenza stampa a Bruxelles, in cui hanno spiegato quali saranno le priorità della presidenza di turno del Paese di Viktor Orbán, che durerà un semestre e succede a quella del Belgio. All'Ungheria spetterà sovrintendere i lavori del nuovo Parlamento e della nuova Commissione europea fino alla fine dell'anno, quando cederà il posto alla Polonia.

"È un riferimento a una presidenza attiva", ha commentato il ministro ungherese per gli Affari europei, János Bóka. E poi, rispondendo a una domanda sulle somiglianze della frase con il famoso slogan di Trump, ha tagliato corto: "Non so se Trump sia mai stato interessato a rendere l'Europa di nuovo grande". Il ministro ha anche detto che tra le priorità del prossimo semestre ci sarà sicuramente la riforma della politica agricola, così come una "maggiore protezione delle frontiere europee, attraverso la gestione delle cause che innescano i fenomeni migratori e un miglioramento delle politiche di rimpatrio".

La presidenza di turno non è un incarico determinato dal colore politico e chi la detiene dovrebbe essere sempre neutrale nella supervisione dei lavori e nell'organizzazione dell'agenda. Il timore è che Orbán tenti di usare invece l'incarico per un proprio tornaconto politico. In passato ha esplicitamente dichiarato di voler rendere l'Ungheria una democrazia illiberale e spesso il suo governo si è trovato a scontrarsi frontalmente con le istituzioni europee per il mancato rispetto dello Stato di diritto nel Paese – ad esempio per quanto riguarda l'indipendenza della magistratura – o per la repressione di libertà e diritti delle minoranze, come donne, migranti e la comunità Lgbt+.

A livello di alleanze geopolitiche, è un alleato di Trump (che potrebbe tornare alla Casa Bianca dopo le elezioni presidenziali di novembre), nonché il leader dell'Unione europea più vicino a Vladimir Putin. Dallo scoppio della guerra in Ucraina ha cercato più volte di presentarsi come un attore chiave nei negoziati di pace, ma in realtà non ha fatto altro che opporsi alle sanzioni nei confronti di Mosca e ostacolare gli aiuti della Nato a Kiev.

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