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Magistrati prendono posizione contro il governo Meloni: “Non tolleriamo più attacchi, Csm ci difenda”

L’Associazione nazionale magistrati ha chiesto al Csm di intervenire in difesa “della indipendenza e dell’autonomia della magistratura”, dopo gli “attacchi” e il “linciaggio mediatico” subito ad opera della destra e del governo Meloni. Ha risposto la Lega: “Meno convegni e più lavoro”.
A cura di Luca Pons
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"Nell'ultimo periodo abbiamo assistito da parte di una certa politica ad attacchi sempre più frequenti a provvedimenti resi da magistrati italiani nell'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali", interventi criticati "non per il loro contenuto tecnico-giuridico, ma perché sgraditi all'indirizzo politico della maggioranza governativa". In questi attacchi si presume che i magistrati siano "intenti più a fare politica che a svolgere in modo imparziale il loro ruolo di giudici". Ma alla base c'è l'obiettivo di "screditare la magistratura", favorendo delle riforme che la mettano sotto il controllo della politica.

È uno dei passaggi più duri del documento approvato all'unanimità dal Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), che ha denunciato gli attacchi subiti dal centrodestra e dal governo Meloni. E ha chiesto che sia il Consiglio superiore della magistratura a difendere giudici e pm, e tutelare la loro indipendenza.

La prima risposta è arrivata dalla Lega, con una nota sprezzante: "Rassicuriamo la Anm: per screditare la magistratura, basta la magistratura che blocca le espulsioni dei clandestini delinquenti, libera gli spacciatori per errore, va in piazza contro il governo, chiede la galera per Matteo Salvini perché ‘ha ragione ma va attaccato'. Per invertire la tendenza, basterebbe iniziare dalle cose più banali. Per esempio: meno convegni e più lavoro".

Anm condanna attacchi e "linciaggio mediatico": "Intervenga Csm"

I magistrati hanno lamentato: "Si tratta di un attacco" che mira a "screditare la magistratura". L'obiettivo? "Preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo di legalità", che la Costituzione assegna invece alla magistratura.

E non sono arrivati solamente attacchi del governo alle sentenze, ma anche "operazioni di indebita ricostruzione della vita privata dei magistrati autori di quelle decisioni", sostenendo che fossero di parte, anche grazie a un vero e proprio "linciaggio mediatico". Questo nonostante qualunque magistrato, in quanto cittadino, abbia diritto alla "libertà di manifestazione del pensiero", se esercitata "con senso di responsabilità e rispetto" del suo ruolo.

Dunque "sostenere, senza alcun fondamento, che un magistrato ha adottato un provvedimento per perseguire finalità diverse da quelle proprie dell'esercizio della giurisdizione è un'accusa grave che non può più essere tollerata". Per questo l'Anm ha deciso di trasmettere una delibera al Consiglio superiore della magistratura, per avere le sue "valutazioni" e chiedere "iniziative a tutela della indipendenza e dell'autonomia della magistratura".

La critica agli interventi sull'Albania: "Irragionevoli"

L'associazione dei magistrati ha anche commentato l'intervento del governo sui migranti in Albania. In particolare, la proposta che mira a togliere la decisione sui trattenimenti alle sezioni specializzate dei tribunali e trasferirla alle Corti d'Appello, e l'intervento che ha già ripristinato l'appello nei procedimenti per richiedere la protezione internazionale.

Hanno suscitato "grave preoccupazione", per "l'impatto" che potranno avere "sull'organizzazione degli uffici giudiziari", dato che le Corti d'Appello sono già sovraccariche e ci sarebbe un "irragionevole aggravamento" della loro mole di lavoro. Non solo, ma visto che si allungheranno i tempi delle decisioni ci sarà anche "il rischio di una permanenza maggiore in Italia di chi potrebbe non avere diritto a soggiornarvi".

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