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Magica Italia, il nuovo spot per “promuovere” il nostro paese: Berlusconi ci mette la faccia

Presentato dal Ministero del Turismo il nuovo spot per promuovere il patrimonio culturale “Magica Italia” con un testimonial d’eccezione: Silvio Berlusconi.
A cura di Nadia Vitali
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Al nostro presidente del Consiglio, si sa, piace tanto dare i numeri e questa volta ha deciso di farlo in una bella ambientazione, un interno di Palazzo Madama, sfogliando un bel librone che ricorda quelli delle fiabe dei bambini (non sarà un caso) con vergata sulla copertina, a lettere d'oro la parola "Italia". Con il suo impeccabile sorriso, sciorina dati su musei, dimore storiche, siti archeologici, chiese, monumenti e teatri che i cittadini magari non conoscono, per cui dovrebbero visitare, "scoprire ed amare", approfittando delle proprie vacanze.

A chi ha già avuto la fortuna di vederlo (ma non temete, a breve sarà trasmesso dalle reti Rai, assieme a quello della campagna anti droga) non sarà sfuggito il simpaticissimo richiamo al Corrado Guzzanti dei tempi che furono (quando la Rai trasmetteva ben altro!) con il lungo abito in velluto bordeaux: "lo sapevate? Su Rieducational Channel!": purtroppo, però, abbiamo ragione di temere che la citazione sia involontaria… Silvio Berlusconi si rivolge ai propri ascoltatori uno per uno chiedendo loro, dopo aver fatto un elenco delle bellezze italiane che sembra la lista della spesa, "lo sapevi?". Ecco, io vorrei rispondere personalmente al Premier e dirgli "Si, io lo sapevo"; e come me credo tanti altri italiani, per non parlare degli stranieri.

Tutti noi, del resto, lo sappiamo: sappiamo che c’è Pompei che sta crollando un pezzo alla volta, che c’è la necropoli di Tuvixeddu che stava per essere coperta col cemento; sappiamo che in Italia c’è stato un terremoto che ha distrutto una città d’arte che si chiama L’Aquila e che l’unica cosa che si è fatto in merito è stato dare appalti a gente ,che rideva “in mezzo al letto di notte” mentre il nostro paese veniva squassato e tante vite finivano, per costruire appartamenti in cemento, mentre il centro storico della città è rimasto abbandonato a sé stesso, preda degli agenti atmosferici e della barbarie più vergognosa nei confronti della cultura che un paese possa ricordare, di questi tempi. Sappiamo che Napoli (di cui lo spot mostra un bel frame) è sepolta dai rifiuti ormai da anni e non un dito è stato mosso, se non per auto promuoversi in affollate conferenze stampa, da quel sorridente Presidente che ci invita a visitare il nostro paese. E poi conosciamo quei “più di mille teatri”; noi si, li conosciamo. Forse il suo ministro Giulio Tremonti che ama asserire, con la boria che solo una profonda ignoranza riesce a conferire, che “con la cultura non si mangia” e che i fondi a quei più di mille teatri li ha praticamente ridotti all’osso, forse lui non li conosce. Ci risparmiasse questa domanda, il nostro Premier; “lo sapevi?”. Si, lo so. Si, l’Italia “ ha regalato al mondo il 50% dei beni artistici tutelati dall'Unesco": è proprio per questo patrimonio che lo Stato spende lo 0,20% del Pil in politiche culturali, in effetti.

Chissà se il Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, a sua volta, ha un’idea di cosa si stia parlando; a giudicare dalla presentazione dello spot, si direbbe molto più preoccupata di lisciarsi la chioma (eppure a me, lo dicevano già alle scuole medie che non è buona educazione toccarsi i capelli in certi contesti pubblici) e di promuovere Silvio Berlusconi che “con tanta generosità” ha prestato il proprio volto “ovviamente gratuitamente” (ovviamente ci mancherebbe): una scelta che per l’opposizione presenta degli echi sudamericani, tutto sommato non si fa altro che ritornare al culto della persona che tanto piace al paese, oltre ad essere totalmente in contrasto con la politica realmente adottata nei confronti del nostro povero patrimonio culturale.

Lo spot Magica Italia ha, del resto, un antenato parimenti illustre e parimenti degno di nota e considerazione: sto parlando della campagna promozionale di Francesco Rutelli che parlava in un inglese dalla discutibile pronuncia, simile a quella di un corso di lingua in audiocassette per italiani: ci si aspettava quasi che da un momento all’altro esclamasse “the book is on the table”. Difficile stimare quanta gente sia riuscito a convincere, con tale presentazione.

Diciamo che la nostra terra, per sua fortuna, è bravissima a promuoversi da sé e in silenzio, lasciandosi guardare ed ammirare: certamente non grazie al contributo davvero poco rilevante, quando non ridicolo ed ipocrita, della propria classe politica.

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