Magi strattonato dalla polizia albanese, interviene Meloni: “Sei in campagna elettorale, vuoi arrivare al 4%”

Riccardo Magi si trovava in Albania per contestare la visita di Giorgia Meloni ai centri per il rimpatrio. Il deputato è stato strattonato dai poliziotti albanesi e la premier è intervenuta per intimare agli agenti di non toccarlo, prima di commentare: “Anche io ho fatto campagne elettorali in cui non sapevo se sarei arrivata alla soglia di sbarramento”. Magi a Fanpage.it: “È lei in campagna elettorale, almeno ha avuto il riflesso di intervenire”
A cura di Pietro Forti
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Durante la visita di Giorgia Meloni ai centri per il rimpatrio costruiti in Albania, il deputato e candidato al Parlamento europeo Riccardo Magi è stato trattenuto dalla polizia albanese, dopo che aveva tentato di fermare la macchina del primo ministro albanese Edi Rama . Le forze dell’ordine di Tirana sono intervenute strattonando Magi quando, da una delle altre macchine presenti, è scesa Giorgia Meloni per intervenire e spiegare la situazione e chiarire ai poliziotti l’identità del parlamentare. "Please don't touch him, leave him" ("Per favore non toccatelo, lasciatelo andare"), ha intimato la premier agli agenti albanesi.

Lo scontro e l'intervento della leader di Fratelli d'Italia sono stati ripresi in diretta dalle telecamere di La7 (Tagadà). Meloni e Magi si sono brevemente confrontati prima che la presidente del Consiglio risalisse in macchina: "Anche io ho fatto tante campagne elettorali in cui non sapevo se sarei arrivata alla soglia di sbarramento – ha commentato Meloni – Perché volevo segnalare la mia esistenza…", alludendo al fatto che Magi fosse presente sul posto per fare campagna elettorale.

Magi a Fanpage.it: "Almeno Meloni ha avuto il riflesso di intervenire, è lei a fare campagna elettorale in Albania"

Il deputato e segretario di +Europa, protagonista dell'episodio di scampata violenza in Albania, ha spiegato a Fanpage.it: "Non ho interrotto la conferenza stampa, ma dopo ho bloccato il passaggio delle macchine. Sono intervenuti quelli che penso fossero agenti di sicurezza albanesi, non erano in divisa – ha detto Magi – Quando la candidata Meloni ha visto che mi strattonavano in maniera decisa, è scesa dalla macchina. Quanto meno si è accorta che l'intervento degli agenti era un po' sopra le righe ed è intervenuta per aiutare un parlamentare italiano, almeno questo le è rimasto come riflesso".

La presidente del Consiglio, dopo essere intervenuta ed essere risalita in macchina per la prima volta, è scesa di nuovo per parlare con Magi: "Io le ho chiesto: se questo è quello che succede a un parlamentare italiano di fronte alle telecamere, cosa succederà ai poveri cristi che saranno portati qui? – ha raccontato il deputato – Lei, come avrete sentito, ha risposto "seee, poveri cristi"… Dopodiché, ha fatto quel commento vergognoso sulla campagna elettorale, quando lei stessa sta facendo tutto questo a tre giorni dalle elezioni per attrarre l'attenzione su di sé".

Magi spiega anche i motivi per cui ha seguito la visita della presidente del Consiglio: "Pensavo fosse una visita istituzionale, per questo ho deciso di andare in Albania, per esercitare le mie funzioni di parlamentare. Ma non ho potuto visitare i centri, quindi l'incontro si è rivelato per quello che è: uno spot elettorale. Anzi, un "hot-spot" elettorale, che arriverà a costare un miliardo di euro agli italiani – ha commentato con Fanpage il candidato di Stati Uniti d'Europa – Il primo ministro Edi Rama in conferenza stampa ha spiegato che in questi centri ci sarà giurisdizione italiana: quindi questi accordi violeranno sia la legge italiana, sia quella europea".

Le problematiche di questi accordi non sono solo legali, secondo il deputato radicale, ma anche di natura logistica: "Non si sa dove si verificherà lo screening di queste persone migranti: è di tutta evidenza non può avvenire in acqua, dopo che le persone sono state salvate in mare, ma saremo noi a deportare queste persone in Albania? – ha chiesto Magi – Se saranno portate direttamente al di là dell'Adriatico, poi dall'Albania dovrebbero essere ricondotte in Italia le persone vulnerabili; coloro che vedranno accolta la loro richiesta di protezione internazionale; coloro che si vedranno respinta la domanda di asilo, perché l'Albania non ha accordi di rimpatrio con i Paesi d'origine come li hanno l'Italia e gli altri Stati membri… E quindi – ha aggiunto – persino coloro che passeranno 18 mesi in Albania, una volta finito il periodo di detenzione, saranno riportati in Italia. Alla fine saranno più le persone riportate nel nostro Paese che quelle che manderemo in questi centri. Di tutto questo Meloni e Rama non hanno parlato in conferenza stampa, hanno solo sciorinato bei sentimenti e buone intenzioni".

Italia Viva presenta un'interrogazione parlamentare

Le reazioni della politica italiana sull'accaduto sono arrivate subito. Italia Viva, che in vista delle elezioni europee è alleata con +Europa (il partito di Magi) nella lista "Stati Uniti d'Europa", ha dichiarato che presenterà presto un'interrogazione parlamentare per chiarire quanto successo in Albania: "Le immagini e le notizie che arrivano dall’Albania sono inquietanti – commentano in una nota i capogruppo di Iv di Camera e Senato, Davide Faraoni ed Enrico Borghi – Paradossale che sia dovuta intervenire la Premier, in funzione evidentemente di capo scorta di se stessa, per bloccare le violenze e far presente che si stava trattando di un parlamentare italiano nel pieno delle sue funzioni. È una vicenda dai contorni preoccupanti e gravi, sulla quale presenteremo immediatamente una interrogazione parlamentare in entrambi i rami del Parlamento".

Anche il Partito Democratico ha solidarizzato con il segretario di +Europa: "Solidarietà a Riccardo Magi, adesso sono ancora più chiari quali saranno i metodi di accoglienza in Albania richiesti da Meloni – ha commentato il deputato dem Matteo Orfini – Gli accordi con l'Albania sono un'idrovora di denaro pubblico, i 650 milioni di euro iniziali sono già lievitati a oltre 800 milioni di euro a cui si aggiungono, settimana dopo settimana, altre spese, continui ritardi, i costi dell'inefficienza e, oggi, anche le spese dell'organizzazione della propaganda elettorale della Meloni, a partire dalla passarella di oggi".

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