L'esame di maturità 2022 segna un ritorno alla normalità. Ma quale normalità? Dal Ministero dell'Istruzione hanno deciso di inviare un messaggio chiaro agli studenti. Lo hanno fatto per mesi, e la scelta di svolgere in questo modo l'esame di Stato è solo l'ultimo passo. Questa maturità è una beffa. Dopo due anni di didattica a distanza, ritorni in presenza a singhiozzo, distanziamento, mascherina in classe, regole sulle quarantene cambiate cento volte, si può tornare di punto in bianco alla normalità? La risposta, chiaramente, è no.
Bisogna considerare che chi farà la maturità quest'anno viene da un triennio condizionato dalla pandemia di Covid. O meglio, il ministro Bianchi avrebbe dovuto considerarlo. Gli ultimi anni delle superiori, oltre che essere fondamentali per la formazione, sono determinanti per la costruzione dei rapporti sociali. Come si può valutare con delle prove molto simili a quelle prepandemiche la preparazione di studenti che hanno passato gli ultimi tre anni più dietro uno schermo che in classe? Gli effetti della pandemia sui più giovani sono noti da tempo. Ci sono fiumi di indagini, sondaggi, studi. Dicono tutti più o meno la stessa cosa: stanchezza, ansia, preoccupazione, depressione.
Gli stati d'animo degli studenti sono stati sempre sottovalutati. Così come le loro richieste, quando hanno passato l'autunno scorso a occupare le scuole e a protestare nessuno li ha ascoltati. Andava fatto uno sforzo, non basta riempirsi la bocca e dire che la scuola è una priorità. Per la sicurezza in classe non è stato fatto nulla – niente tracciamento, niente strutture, niente impianti di aerazione – mentre la narrazione è stata completamente opposta. Non basta tornare in presenza dicendo che va tutto bene, mentre ogni giorno, per settimane, si sono moltiplicati i casi Covid e il caos, tra quarantene e regole assurde.
La gestione della maturità, in tutto questo, è esemplare. Fino a un mese fa si era parlato di reintrodurre il tema (la prima prova scritta), per dare un segnale ai ragazzi dopo i due anni – 2020 e 2021 – in cui tutto si è risolto con un orale. Ora, però, si passa improvvisamente a tre prove: il tema, la seconda di indirizzo e l'orale. Manca solo la terza prova all'esame del 2019. Senza considerare che le classi che arrivano alla maturità quest'anno sono quelle più svantaggiate, che hanno vissuto più tempo nell'incertezza tra didattica a distanza e presenza. Da qualche parte si doveva cominciare, certo. Ma così è pericoloso. Ci si affiderà ancora una volta alla benevolenza e al buonsenso degli insegnanti, che si troveranno a giudicare dei ragazzi tendenzialmente più fragili. Che lo diano a vedere o meno. Dal Ministero, invece, allargano le braccia. È tornata la normalità, spiace.