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Opinioni

Ma Letta può davvero stare sereno?

Ad intervalli regolari ritornano le voci su una possibile staffetta a Palazzo Chigi fra Enrico Letta e Matteo Renzi. Malgrado le smentite ma soprattutto banali considerazioni di ordine politico, però la domanda di fondo resta…
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Le ultime in ordine di tempo sarebbero: Renzi è pronto a staccare la spina al Governo Letta; Napolitano pensa di prendere nuovamente in mano la situazione e impostare un Letta bis con "rassicurazioni" dal nuuovo segretario del Pd; Silvio Berlusconi sarebbe disponibile ad entrare in un Governo presieduto da Matteo Renzi (secondo Lopapa su Repubblica, anche Brunetta e Tajani sarebbero d'accordo: "Se davvero Renzi dovesse subentrare a Palazzo Chigi, noi in quel governo dovremmo entrarci"); il Sindaco di Firenze avrebbe già avviato l'operazione di "scouting" tra i senatori grillini con la speranza di avere la maggioranza per entrare a Palazzo Chigi senza passare dalle elezioni; Enrico Letta potrebbe dimettersi se Renzi non accettasse la formula del rimpasto. Retroscena, indiscrezioni o (in alcuni casi) improbabili invenzioni che hanno almeno il merito di restituire il senso di estrema precarietà con cui procede la reggenza di Enrico Letta a Palazzo Chigi. E che, solo in parte, contribuiscono a distogliere l'attenzione dalle ambasce di Governo e maggioranza, ad esempio sul Destinazione Italia, con la sensazione di un nuovo Vietnam parlamentare sul piano di dismissione dei beni e sulle privatizzazioni.

Intendiamoci, non sfugge a nessuno quanto Renzi sia insofferente rispetto alla situazione attuale e soprattutto quanto la formula "se il Governo fa le cose allora deve andare avanti" non significhi nulla. Così, come nota Menichini su Europa, come non sfugge il "cambio di marcia" degli ultimi giorni: "Renzi ha lasciato che la sinistra interna gli chiedesse di uscire allo scoperto. E ha lasciato che lo stesso Letta facesse mostra di ottimismo e di impegno sull’agenda delle riforme istituzionali. Poi ha sfruttato le critiche espresse da molti interventi verso il governo per, diciamo così, “sospendere” la definizione della linea del partito". Una linea rischiosa, siamo d'accordo. Ma Renzi non può fare altrimenti, considerando che ha la necessità di non schiacciarsi sulle posizioni del Governo e allo stesso tempo di spingere sulla questione riforme.

E solo in questa chiave è possibile provare a rispondere alla domanda centrale: Letta può davvero stare sereno? Solo qualche settimana fa Renzi aveva risposto con un hashtag irriverente, con Letta che aveva scelto saggiamente di evitare polemiche e di ribadire, come fatto anche ieri in Direzione Nazionale, di non essere interessato a "vivacchiare". D'altro canto i due avversari (già, perché tali sono) sanno benissimo di avere le mani legate: Letta da una reale assenza di alternative e dalla debolezza del suo consenso, Renzi dalla scelta di giocarsi tutto (o quasi) sul percorso di riforme concordato col centrodestra. Un percorso che non è limitato alla sola legge elettorale, come Renzi ha ribadito più volte. E che richiede necessariamente tempi lunghi, con l'impossibilità di sfruttare la finestra elettorale di febbraio. Che poi Renzi scelga di far saltare tutto e di andare al voto con quel che resta del Porcellum è veramente una "non – possibilità". Che pareggia il conto con la bufala dello scouting fra i grillini. Insomma, per ora avanti così. Navigando a vista, è chiaro.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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