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“Ma cos’è questa schifezza, fa c****e e orrore”: Sgarbi inaugura così una mostra di una scuola

Il sottosegretario alla Cultura ha inaugurato una mostra in una scuola in Calabria, ma la vista del Qr code sui cartelloni l’ha fatto infuriare: “Questa è una schifezza – ha attaccato Sgarbi – Il mondo vede questa cagata e non viene mai più in Calabria”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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È arrivato atteso come ospite d'onore, se n'è andato dopo aver aggredito verbalmente la preside della scuola, colpevole di mostrare al mondo "cagate" e "schifezze". Vittorio Sgarbi, che nel governo Meloni è sottosegretario alla Cultura, ha fatto visita – una decina di giorni fa – all'inaugurazione di una mostra organizzata da una scuola in Calabria: l'Ipsseoa di Praia a Mare. L'evento è stato pubblicato sui social dell'istituto alberghiero con foto di rito in cui il politico sembra particolarmente rigido: "Alla giornata inaugurale della mostra ‘Protagonisti del tempo d'arte', in programma presso il Museo del Cedro, la preparazione dell'aperitivo è stata curata da alcuni alunni dell'Ipsseoa, sotto la guida del prof Giuseppe Borrelli – si legge sul profilo Facebook della scuola – Ad impreziosire l'evento e il servizio di ristorazione offerto, la partecipazione del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi".

Dalle facce ritratte in foto sembra essere andato più o meno tutto bene, ma – sul suo profilo Tiktok – Sgarbi ha pubblicato qualche ora dopo la sfuriata fatta davanti ad alunni e docenti: "Questa è la fesseria di una mente malata, è una schifezza la potenzialità della tecnologia e fa cagare, fa schifo, è orrore", attacca il sottosegretario nel filmato, prendendosela con la preside della scuola per il cartellone dell'evento comprensivo di Qr code. "Con questo lo facciamo vedere al mondo", replica la dirigente scolastica, Maria Cristina Rippa. "Il mondo vede questa cagata e non viene mai più in Calabria", la risposta seccata di Sgarbi.

La preside, a quel punto, indica il codice da scansionare con il telefono: "Lei non ha visto nemmeno cosa c'è qui dentro". Sgarbi si arrabbia ancora di più: "Non lo voglio vedere, non voglio usare un computer. Ce l'ha un libro? Me lo dia". Poi il sottosegretario alla Cultura ingaggia un vero e proprio confronto con la preside: "Perché gentile è con la g maiuscola? – comincia Sgarbi leggendo il cartellone – Ha studiato la grammatica lei? Va con la g minuscola, perché è una parola semplice. Perché abbraccio minuscolo? Gentile che cazzo vuol dire? Niente". Timida la risposta della dirigente: "È il nostro valore". Sgarbi va su tutte le furie: "Ma che vuol dire, l'aggettivo è un aggettivo, con la g minuscola".

"Possiamo caricare di significato le parole?", prova a chiedere lei. "Non può caricare le lettere", chiosa lui. Poi c'è la scena finale, nel video caricato dal sottosegretario: "Ho parlato con ogni pittore e lei mostra delle schifezze e dice che sono belle". Alla preside non resta poi molto da fare: "Mi scusi, mi scusi, non mi deve dire nulla". E Sgarbi la chiude così: "Fanno schifo e questa cosa qua è diseducativa".

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