"Non sono ricattabile, sono una persona che sceglie liberamente". Giorgia Meloni rispolvera una celebre frase pronunciata circa due anni fa e ribadisce di non essere condizionabile. Ma chi sta ricattando la presidente del Consiglio? Chi sta facendo pressioni sul governo e sulle istituzioni italiane? Per ottenere cosa? Sono domande destinate a restare senza risposta, almeno per ora, visto che di fronte alle richieste di chiarimenti Meloni si limita a tagliare corto, dicendo di non aver altro da aggiungere.
Facciamo un passo indietro, precisamente all'ottobre 2022. Il Parlamento era impegnato nell'elezione del presidente del Senato. Tra una votazione e l'altra i cronisti catturano l'immagine di un foglio su cui Silvio Berlusconi sta scrivendo una lista di aggettivi: "Supponente, arrogante, prepotente, ridicola". Sono tutti riferiti a Meloni. Incalzata dai giornalisti, Meloni replica: "Ha dimenticato un punto, che non sono ricattabile".
Se in quel momento era chiaro a chi fosse indirizzato il commento, adesso lo è molto meno. Ai giornalisti che le chiedono spiegazioni su questa frase, sul perché viene ripetuta ora, Meloni si limita a ripetere: "Non sono ricattabile, sono una persona che sceglie liberamente. Non dico che gli altri si facciano condizionare, dico che io non lo faccio, non ho altro da dire".
Le cose sono due.
O c’è qualcuno che continua effettivamente a fare pressioni sulla presidente del Consiglio e a cercare di condizionare l’operato del governo, ma Meloni non ne vuole rivelare l’identità; oppure siamo di fronte alla ricetta del nemico immaginario, una narrativa molto utile se si vuole distrarre l’opinione pubblica da ciò che accade nel Paese e, contestualmente, trovare un alibi per sé stessi, per non essere riusciti a dare le risposte e soluzioni necessarie.
In ogni caso, è grave.
Se qualcuno sta cercando di ricattare i vertici decisionali del Paese per un proprio tornaconto, i cittadini hanno il diritto di sapere cosa sta accadendo. Se invece le frasi sui ricatti sono solo parte di una narrazione vittimista e complottista, architettata per non rispondere nel merito alle questioni che vengono poste, i cittadini hanno diritto a non essere presi in giro.