"Ma vista l'età, il progressivo prolasso delle pareti intestinali e l'ormai molto probabile ipertrofia prostatica, il cartello di cui sopra con "Non mollare" non è che intende "Non rilasciare peti e controlla l'incontinenza" (cit. Paola Zanolli)". Questo commento, associato ad una foto in cui si chiedeva a Berlusconi di "non mollare", ha di fatto provocato l'ennesima bufera politica. Una polemica inutile, stupida, per tanti versi mortificante. Perché svilisce il concetto stesso di rappresentanza e riporta terra terra (anzi sotto terra) il dibattito politico. E ci costringe ad interrogarsi sul valore comico – umoristico di una prostata ingrossata, invece che sul senso di una decisione per certi versi storica: la decadenza dalla carica di senatore (che dovrà essere ratificata dall'Aula) di Silvio Berlusconi in quanto condannato in via definitiva per frode fiscale.
E la responsabilità è interamente da ascriversi a Vito Crimi, al netto dello scaricabarile e dell'ammissione di responsabilità del suo collaboratore parlamentare. Perché Crimi non è nuovo ad interventi di dubbio gusto e basta scorrere la sua pagina facebook per trovare anche di peggio. E non serve a nulla constatare che le battute su Berlusconi rimbalzano dai media da vent'anni a questa parte. Perché l'ex capogruppo del Movimento 5 Stelle dovrebbe capire il valore enorme della responsabilità che gli elettori gli hanno affidato. Crimi non è un comico, né un intrattenitore, né un cabarettista, ma un rappresentante del popolo che, soprattutto oggi, è chiamato a praticare quel rispetto che per altri versi chiede. E invece ci costringe a discutere delle pareti intestinali e della prostata di Berlusconi.
Ne scrivevamo poche ore fa: basta bambinate, è ora di pensare alle cose serie. E caro Crimi, non è davvero il caso di fornire alibi a chi non aspetta altro.