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M5S: “Dopo gli schiaffi di Napolitano, Renzi è in confusione”. Raggi: “Non siamo il Pd”

Dopo l’attacco sulla “doppia morale”, il M5s replica al Presidente del Consiglio: “Sparacchia fesserie”. E Raggi: “Il Pd faceva affari con Mafia Capitale, mica noi”.
A cura di Redazione
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Questa mattina il Presidente del Consiglio Matteo Renzi non ha lesinato un  durissimo attacco al MoVimento 5 Stelle e, in particolare, al Sindaco di Roma Virginia Raggi. Renzi ha parlato di “doppia morale che fa ridere i polli” e ha disinnescato la narrazione che vuole i grillini come portatori di rinnovamento, spiegando di notare una certa continuità col passato, in particolare per quel che concerne la gestione dei rifiuti e delle partecipate. Quanto alla Raggi, il segretario del Partito Democratico ha detto di essere più preoccupato "per quello che fa quando è al Campidoglio" che per il fatto di "salire sul tetto".

Immediata la replica del gruppo parlamentare del M5s, con una nota diffusa in questi minuti e pubblicata sui canali social della galassia grillina. Per i parlamentari 5 Stelle, Renzi è “ossessionato dal MoVimento e dalla pressione dei cittadini in Parlamento che gli tengono il fiato sul collo”; in questo caso poi, “straparla dopo aver preso due sonori schiaffoni dal suo badante emerito Giorgio Napolitano”. Nella loro lettura, “l’opinione pubblica, gli italiani hanno capito il trucchetto del gioco delle tre carte del baro di Rignano. Il lavoro non si moltiplica con le mancette, le imprese pagano troppe tasse e anche l'Unione europea ha deciso che il guinzaglio flessibile con il quale controlla il governo non si può più allungare”. La chiosa è ancora più dura: “Sparacchiare fesserie sul M5S non aiuterà il capo del governo a evitare la sconfitta referendaria che segnerà la fine della sua triste, e usurpata, esperienza a Palazzo Chigi. Saranno gli italiani, molto presto, a mandarlo a casa”.

La Raggi usa Fb, invece:

E Roberto Fico aggiunge: "Gli attacchi del capo del governo al M5S servono solo a mascherare le fratture interne al Pd e il fallimento della strategia sul referendum. Gli elettori bocceranno una riforma della Costituzione che toglie democrazia e sovranità agli italiani".

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