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M5s protesta in Senato contro aggressione a Donno e occupa banchi del governo sventolando tricolore

In segno di protesta contro l’aggressione del deputato Leonardo Donno, i senatori del Movimento 5 Stelle hanno occupato il banchi del governo nell’aula di Palazzo Madama mostrando le bandiere italiane. Il leghista Iezzi non si scusa: “Donno ha compiuto un’aggressione nei confronti di Calderoli e, se ha un minimo di onestà intellettuale, ammetterà che io non l’ho colpito”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Movimento 5 Stelle ha occupato i banchi del governo nell'Aula di Palazzo Madama mostrando le bandiere italiane, in segno di protesta per la rissa in cui è stato coinvolto ieri il deputato Leonardo Donno a Montecitorio, che dopo la colluttazione si è sentito male ed è stato portato via dai sanitari in carrozzina.

L'azione di protesta è avvenuta dopo l'intervento del capogruppo M5S Senato Stefano Patuanelli, che ha detto: "La Repubblica non può essere umiliata da chi non accetta che gli si consegni il tricolore", il riferimento alla bandiera che Donno aveva provato a consegnare al ministro Calderoli ieri, durante l'esame del ddl sull'autonomia. L'episodio è avvenuto durante il voto degli emendamenti al premierato. In risposta ai colleghi dell'opposizione i senatori della maggioranza hanno intonato l'Inno di Mameli. La presidente di turno dell'Aula, Licia Ronzulli, è stata costretta a sospendere la seduta.

Ancora proteste alla Camera per l'aggressione a Donno

Anche alla Camera è proseguita la protesta. I deputati del M5S sono intervenuti in massa in Aula in difesa del collega Leonardo Donno, con toni durissimi contro la maggioranza. In particolare, i pentastellati hanno contestato i contenuti del verbale della seduta di ieri in cui si parla di "disordini". "Ma quali disordini? È stata un'aggressione squadrista – l'attacco del deputato Marco Pellegrini – Donno è stato picchiato".

"È inaccettabile e indecoroso far finta che ieri non sia successo niente" ha aggiunto il vicecapogruppo 5S Agostino Santillo: "C'è stata una escalation fascista". Ancora più duro Alfonso Colucci: "Questo verbale è un'offesa, siamo di fronte a una maggioranza di squadristi". "Ancora episodi di squadrismo a cento anni dall'omicidio di Matteotti: questo deve esserci scritto su quel verbale", ha detto il deputato Enrico Cappelletti. Alla fine alla Camera è stato votato il verbale originale relativo alla seduta di ieri sul disegno di legge sull'Autonomia differenziata, che parlava appunto di "disordini", respingendo la richiesta di modifica delle opposizioni, che avrebbero voluto sostituire il termine con le seguenti parole: "aggressione nei confronti del deputato Donno da parte di alcuni deputati della Lega e di Fratelli d'Italia".

L'Aula ha respinto, con 42 voti di differenza, la richiesta di correzione che era stata avanzata dalla capogruppo del Partito democratico a Montecitorio, Chiara Braga. Dopo il voto le opposizioni hanno reagito urlando "Vergogna, vergogna".

Opposizioni cantano ‘Bella Ciao': seduta sospesa

Ma le tensioni non sono finite. Dopo che la maggioranza ha respinto la richiesta delle opposizioni di rinviare i lavori sull'autonomia a dopo la riunione dell'Ufficio di presidenza sulle aggressioni avvenute ieri nell'emiciclo sono scoppiate le proteste. Di fronte al ‘no' del centrodestra, e alle parole pronunciate dal vicesegretario della Lega Andrea Crippa, secondo cui il gesto della Decima, mimato ieri in Aula dal suo collega Domenico Furgiuele, è meno grave che intonare ‘Bella ciao', le opposizioni hanno cominciato a ripetere "fuori, fuori" e anche "fuori i fascisti dal Parlamento" e poi di nuovo, come avvenuto ieri, hanno intonato le strofe del canto partigiano a Montecitorio.

"Dire, come fa Crippa, che è ‘peggio cantare Bella ciao che fare il simbolo della decima Mas' è una cosa che non sta né in cielo né in terra. È una vergogna, dovresti uscire da quest'Aula", ha affermato Ricciardi, riferendosi a Crippa. Subito dopo è partito il canto "Bella ciao". "Data la situazione, sono obbligato a sospendere l'Aula", ha concluso il presidente di turno dell'Assemblea, Sergio Costa.

Iezzi non si scusa con Donno

Nessuna riappacificazione tra i due parlamentari, il pentastellato Donno e il leghista Iezzi, accusato da alcuni presenti di aver colpito il collega. Questa mattina a ‘L'Aria che tira', su La7, alla domanda se volesse chiedere scusa al parlamentare dopo la rissa di ieri sera in Aula, Iezzi ha risposto così: "Neanche Calderoli ha ricevuto una manifestazione di solidarietà dal M5s". Iezzi ha ribadito che "Donno ha compiuto un'aggressione nei confronti di un ministro e, se ha un minimo di onestà intellettuale, ammetterà che io non l'ho colpito. Ristabiliamo prima la verità dei fatti". A quel punto, è intervenuto Donno: "Chiedo scusa io ai cittadini italiani perché c'è gente del genere che rappresenta anche loro – ha detto – È come se uno esce per strada con una pistola, spara a una persona, non la colpisce ma dice ‘non l'ho colpito!'".

Il deputato pentastellato ha posto una domanda al collega in modo provocatorio: "Se non ci fossero stati i commessi a proteggermi, Iezzi mi prendeva a pugni in faccia e mi lasciava per terra? Ti devi vergognare, ti devono sbattere fuori dal parlamento". Quindi il leghista ha replicato: "Se non ci fossero stati i commessi a fermarti tu avresti aggredito Calderoli? Ma vergognati te". Iezzi ieri in un'intervista in radio ha ammesso di aver tentato di colpire Leonardo Donno, ma di non esserci riuscito.

Donno: "A colpirmi sullo sterno è stato un deputato di Fdi"

Dopo quello che è successo ieri "Salvini e Meloni non hanno detto una parola per prendere le distanze da quanto accaduto, le persone che hanno dato vita alla rissa sono pericolose, non possono stare in Parlamento. Denuncerò colui che mi ha dato un cazzotto sullo sterno, un deputato di Fratelli d’Italia di cui non faccio il nome però. Lo farò ai miei legali, che si occuperanno di querelare tutti i responsabili", ha detto a Rai Radio1, ospite di ‘Un giorno da pecora', il deputato M5S Leonardo Donno, "Quello che è successo è vergognoso, mi hanno offeso in tutti i modi, sono stato preso a pugni, quando ero a terra ho ricevuto dei calci. Senza gli assistenti parlamentari cosa mi avrebbe fatto Iezzi?", ha aggiunto il parlamentare.

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