È tempo di grandi manovre in casa 5 Stelle, con i sondaggi che sorridono alla creatura di Beppe Grillo e le difficoltà del campo del centrosinistra che autorizzano a pensare al colpaccio alle imminenti elezioni amministrative. L’obiettivo ormai dichiarato è però un altro: le elezioni politiche, con la soglia del 40% che, stando alle ultime rilevazioni, non è mai stata così vicina. Certo, ancora non è dato sapere in che tempi e con quale sistema elettorale i cittadini verranno chiamati alle urne, ma occorre arrivare pronti a un appuntamento che si annuncia decisivo per lo scenario politico italiano nel breve e medio periodo.
Così, dopo un lungo tergiversare, i 5 Stelle hanno chiarito (lo ha fatto in parte Grillo, lo ha confermato Davide Casaleggio) quale sarà la road map verso le elezioni, soprattutto nell’ipotesi che si tengano a fine legislatura. Prima la votazione del programma (che sta procedendo in questi giorni), poi la discussione dello stesso nelle piazze e tra i militanti in quello che si annuncia come un lungo tour estivo dei parlamentari più conosciuti, poi la votazione della squadra di Governo e del candidato premier, sempre su Rousseau. L’obiettivo è quello di presentare “il pacchetto completo” a Italia 5 stelle 2017, che si terrà in autunno, probabilmente in Campania o in Piemonte.
A decidere saranno dunque gli iscritti al portale, con una procedura non dissimile da quella utilizzata finora per le amministrative che dovrebbe prevedere due turni di votazione, con un ballottaggio fra i candidati più votati. Non è chiarissimo il meccanismo in base al quale ci si potrà candidare a un ruolo di prestigio, ma le voci più accreditate parlano di una scelta operata dal garante / capo politico, che determinerà una prima rosa di personalità da sottoporre poi alla scelta degli iscritti al portale. In pratica, Grillo dovrebbe riproporre lo schema delle Quirinarie, sottoponendo al giudizio degli iscritti una rosa già scremata dallo “staff” e sottoposta a una sorta di pre-approvazione da parte dei gruppi parlamentari. In quel caso le preferenze dei militanti di concentrarono su Milena Gabanelli e su Gino Strada, che rifiutarono la candidatura, poi su Rodotà, che fu invece sostenuto fino alla fine dai parlamentari grillini.
Questo meccanismo permetterebbe anche di indicare per i ruoli che contano anche personaggi “esterni” al MoVimento: tecnici di spessore che andrebbero a coprire caselle centrali in una squadra di Governo.
L'attesa è ovviamente tanta per la rosa dei pretendenti alla carica di candidato premier, che i 5 Stelle indicheranno a prescindere dal fatto che la legge elettorale preveda o meno tale indicazione. Nel 2013 a “capo” della lista fu indicato lo stesso Beppe Grillo, ma tutto lascia pensare che stavolta le cose possano andare diversamente. Qualche tempo fa un “parlamentare integralista” ci aveva riferito della rosa dei nomi per la carica di candidato a Palazzo Chigi: Roberto Fico, Luigi Di Maio, Paola Taverna e Barbara Lezzi. Stando alle ultime indiscrezioni, l’elenco andrebbe ampliato con qualche “riempitivo”, mentre la Taverna potrebbe essere dirottata ad altro incarico.
La sostanza non cambierebbe, con un duello finale che probabilmente si concentrerà fra questi tre candidati, che in qualche modo rappresentano le anime “istituzionali” del MoVimento, oltre a essere espressione della componente integralista. Da quanto si apprende, però, la scelta del candidato premier dovrebbe precedere quella per la squadra di Governo: una mossa che permetterebbe sia di coinvolgere il prescelto nella costruzione della "sua" squadra, sia di recuperare i candidati bocciati (uno fra Di Maio e Fico potrebbe finire agli Interni, per esempio). Per quel che concerne gli altri ruoli di Governo, in casa grillina si sceglierà il "criterio della competenza", facendo sì che le indicazioni seguano il lavoro svolto in questi mesi nelle Commissioni o valorizzino inclinazioni e capacità. Allora Di Battista o Di Stefano per gli Esteri, Crimi, Di Maio, Fico agli Interni, Bonafede o Morra alla Giustizia, Brescia o lo stesso Morra all’Istruzione, Grillo o Castelli alla Sanità, Toninelli alle Riforme.