Cospito, M5s presenta mozione per chiedere revoca incarico del sottosegretario Delmastro
Il M5s presenta una mozione per revocare l'incarico al sottosegretario alla Giustizia Delmastro, di Fratelli d'Italia. "Il M5S ha appena presentato una mozione di censura nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove per chiederne la revoca immediata dall'incarico", ha appena annunciato il presidente del M5S Giuseppe Conte.
"Il suo comportamento svela una condotta grave e dolosa: ha non solo abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri di ufficio ma, nei fatti, ha anche recato un danno alle attività investigative sulla mafia e sul terrorismo".
"Inoltre, divulgare indebitamente informazioni riservate per poi utilizzarle strumentalmente contro una forza di opposizione crea un gravissimo precedente. Pertanto chiediamo al governo di avviare immediatamente le procedure di revoca della sua nomina a sottosegretario".
"Abbiamo appena depositato una mozione di censura per il sottosegretario alla Giustizia, Delmastro Delle Vedove, per chiedere che lasci subito le sue deleghe. E questo perché quanto accaduto alla Camera è stato troppo grave, al punto da fare pensare anche a una regia di Giorgia Meloni (che resta ancora trincerata nel suo colpevole silenzio). Non è possibile utilizzare informazioni tanto riservate con questa leggerezza e rivelarle a un parlamentare che non dovrebbe averne accesso, specie per attaccare in un modo così becero una forza politica", ha scritto su Facebook Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera.
"La lotta alla mafia è una cosa seria, e considerato tutti i danni che il governo Meloni sta facendo per smantellare gli anticorpi del nostro Paese, da noi, ha solo da imparare. Ad essere il vero anello debole della catena della lotta alla criminalità è proprio questa voglia di palcoscenico che il governo Meloni ostenta, specie se è senza né arte né parte".
Delmastro ieri ha ammesso ai microfoni di Fanpage.it di aver rivelato lui al deputato Donzelli le informazioni che riguardano i colloqui in carcere avuti dall'anarchico Alfredo Cospito, detenuto al 41-bis, con altri mafiosi, spiegando però di non aver diffuso notizie riservate. Dopo un esposto presentato alla Procura di Roma dal co-portavoce nazionale Angelo Bonelli, è stato aperto un fascicolo sul caso. Ma il sottosegretario ha detto di non avere alcuna intenzione di fare un passo indietro, anzi secondo il membro del governo le indagini sono state aperte "perché qualcuno ha detto che erano intercettazioni e captazioni ambientali. Mi sentiranno e si chiuderà il fascicolo".
"Non ho dato documenti – ha spiegato poi – Donzelli mi ha fatto delle domande e gli ho risposto, non penso ci sia inopportunità, lo faccio tutti i giorni con tutti i deputati".
Oggi pomeriggio durante l'informativa tenuta alla Camera il ministro della Giustizia Nordio ha evitato di commentare il caso, spiegando che sulla divulgazione di quel materiale raccolto dal Dap indagheranno i magistrati. "Sono state citate informazioni che attengono a circostanze avvenute nel regime detentivo speciale del 41 bis" e "in linea di principio tutti gli atti riferibili a detenuti in regime di 41 bis sono per loro natura sensibili ragion per cui, ai fini della loro ostensione, occorre una preventiva verifica e una valutazione del loro contenuto", ha detto in merito al fascicolo di indagine aperto della Procura di Roma a seguito dell'esposto presentato dal parlamentare dei Verdi sulle affermazioni fatte ieri in Aula del deputato di Fdi Giovanni Donzelli.
"A partire da questo dato – ha aggiunto il Guardasigilli – esiste però una pluralità di aspetti che meritano doverosi approfondimenti: bisogna comprendere di che tipo di atti si tratti, quale livello di riservatezza essi abbiano, se e chi potesse averne conoscenze e se il destinatario potesse a sua volta divulgarli o condividerli con terzi".
"C'è un'indagine aperta dalla procura di Roma, per i reati di rivelazione e di utilizzazione del segreto d'ufficio. Questa notizia rappresenta un elemento di novità. A questo punto, per doveroso rispetto del lavoro degli inquirenti, non possiamo non tenerne conto", ha detto il ministro.