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Opinioni

M5S, la tregua (armata) dopo la tempesta

Dopo la telefonata di chiarimento di Beppe Grillo e dopo il nervosismo legato al caso Gambaro, i “dissidenti” del Movimento 5 Stelle provano ad organizzarsi e a sotterrare l’ascia di guerra. Tornerà il sereno fra i grillini?
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Nel primo pomeriggio di oggi le agenzie battevano la notizia del primo incontro di un gruppo di dissidenti del Movimento 5 Stelle. "Una riunione improvvisata e dai toni a tratti concitati. All'indomani dell'espulsione di Adele Gambaro dal M5S, i dissidenti del Movimento si vedono per un confronto in transatlantico, Montecitorio, subito dopo i lavori dell'aula. Presenti Tommaso Currò, Paola Pinna, Tancredi Turco, Adriano Zaccagnini, Cristian Iannuzzi, Roberto Cotti, Walter Rizzetto, Aris Prodani e Mara Mucci".

Un incontro dal quale sarebbero usciti con la stessa consapevolezza: le telefonate di Beppe Grillo hanno rasserenato gli animi e, per dirla con le parole di Currò,  "ora si apre una fase nuova, più comprensiva, dove ognuno fa un passo verso l'altro. C'è un avvicinamento reciproco e questo ci consentirà di lavorare al meglio sulla materia legislativa". Tutto tranquillo, dunque? Nemmeno per sogno, perché il caso Gambaro deve ancora essere metabolizzato. Proprio perché non può passare l'idea di punire con l'espulsione un "reato d'opinione" e proprio si è ampliata la forbice fra i fedelissimi di Grillo (i talebani, per dire…) e i dissidenti vecchissimi (quelli favorevoli al fantomatico Governo del cambiamento), vecchi (quelli del caso diaria, per capirci) e nuovi.

Insomma, la sensazione è che, Grillo a parte, lo scontro sia tutto interno al gruppo parlamentare. Del resto, un conto è mettere in discussione il totem Grillo, un altro è pretendere rispetto e considerazione dai vari Crimi, Morra, Lombardi e Di Stefano. Che non hanno e non possono avere il carisma, l'autorità e la storia di Grillo. E che davvero valgono uno. In fondo, per citare un'altra malpancista come la senatrice Serenella Fucksia (che ha rilasciato una intervista a Repubblica molto critica con le modalità del voto per l'espulsione della Gambaro), "Beppe Grillo i post li ha sempre fatti, le parolacce le ha sempre dette; lui non è più solo il nostro megafono, ma è anche qualcosa di più". E se persino lui si rende conto che "non può permettersi di dire che uno non vale nulla" (come ha fatto notare Marta Grande dalle colonne de Il Fatto Quotidiano), perché non fanno altrettanto i suoi fedelissimi, che invece rischiano di essere "più realisti del re"? Insomma, se il caso Gambaro finirà presto nel dimenticatoio, lo stesso non si può dire dello scontro interno fra le varie anime del M5S. Perché il nuovo equilibrio passa dal riconoscimento della pari dignità e soprattutto dalla moderazione di una carica polemica e irrispettosa verso chi "dissente nel merito delle questioni": e la sensazione è che trovare tale sintesi non sarà affatto semplice.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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