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“M5S ha copiato il programma, anche da lavori Pd”. La difesa: “Sono fonti, analfabeti funzionali”

Un’analisi condotta da Il Post ha rivelato la presenza di numerose parti plagiate da altre fonti, non citate, nel programma di governo redatto dal Movimento 5 Stelle. La maggior parte dei plagi attiene a definizioni copiate da manuali di diritto, Wikipedia e da lavori di parlamentari di altri schieramenti politici.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nel programma del M5S, come ha segnalato il Post dopo un'attenta analisi, ci sono intere porzioni di testo copiate da altri siti, documenti, e anche da Wikipedia e da altri dossier scientifici. Una delle fonti, nella parte relativa allo "Sviluppo economico" è presa in prestito direttamente da un'interrogazione parlamentare di un senatore Pd, Giorgio Roilo. Insomma il programma tanto decantato non sarebbe tutto farina del sacco del M5S: i contenuti non originali si trovano in 11 dei 20 capitoli che compongono il programma.

Il plagio, nella parte relativa allo "Sviluppo Economico" riguarda ben dieci paragrafi copiaincollati. Si va appunto dall'intervento del 2012 del dem Roilo, a uno studio IEFE Bocconi, fino ad arrivare a un articolo del 2010 scritto dall’economista Jean-Paul Fitoussi, che però non viene naturalmente citato. Ma c'è spazio anche per un'intervista tra Carlo Sibilia (M5S) alla svedese Helena Norberg-Hodge: nessuno dei due viene nominato.

E poi c'è la sezione "Ambiente", un vero capolavoro di taglia e cuci: sono state scritte in tutto 300 parole, spacciate come inedite e senza citare alcuna fonte, in questo caso un articolo di Repubblica. Ma la maggior parte del testo, (due intere pagine), proviene dal programma di Legambiente, inoltre quasi 300 parole sono state copiate senza citazione da un articolo di Repubblica, eliminando i virgolettati e facendo così apparire le parole degli esperti intervistati dal giornale come idee e proposte del Movimento 5 Stelle.

Per quanto riguarda le sezioni "Giustizia" e "Immigrazione", invece,Il Post evidenzia che "i programmi sono ancora indicati come parziali, anche se sono stati ormai votati dagli iscritti, pubblicati online e usati per produrre un sunto, un documento in 20 punti presentato ufficialmente e che Luigi Di Maio – il capo politico del M5S – descrive da giorni come il programma del partito".

"Il deputato Manlio Di Stefano, responsabile del capitolo Esteri del programma (uno dei nove all’interno dei quali non risultano plagi), ha detto al Post che nei prossimi giorni saranno caricate sul sito delle versioni definitive. Non è facile risalire a chi abbia commesso i plagi. Di Stefano ha spiegato al Post che non c’è un vero e proprio autore per ogni capitolo, ma soltanto dei responsabili che si sono occupati di mettere insieme i testi usciti dalle votazioni sul sistema operativo Rousseau, quelli prodotti da esperti e quelli prodotti dagli stessi parlamentari e dai loro staff. Il Post ha provato a interpellare diversi parlamentari responsabili dei capitoli del programma e altri dirigenti del Movimento 5 Stelle, ma per il momento nessun altro ha voluto commentare".


Diverse definizioni provengono, senza citazione, da manuali di Diritto o da Wikipedia, ma anche da lavori ad opera di parlamentari di schieamenti avversi, come nel caso del senatore Roilo del PD o in quello della ricercatrice Anna Zilli, candidata in una lista alleata del PD alle ultime regionali in Friuli.

La replica del Movimento 5 Stelle

A qualche ora di distanza dalla pubblicazione dell'analisi de Il Post, il Movimento 5 Stelle ha commentato la notizia, rilevando un grado di "analfabetismo funzionale e logico” a causa del quale non si riconosce la differenza tra le “versioni complete del programma” che contengono anche “parti analitiche” e “le linee guida di intervento politico”. “

"Si capisce bene che le parti che secondo loro sono copiate, e che sono chiaramente riportate, sono le parti analitiche. Traduciamo: di analisi dei dati e di studi di enti terzi. Certo che le abbiamo prese dai dossier e dagli studi scientifici, anche di esperti con i quali in questi 5 anni abbiamo sempre collaborato. Ci mancherebbe altro. ll M5s studia, approfondisce e attinge da fonti scientifiche terze che riporta nelle versioni complete del programma. Le linee guida di intervento politico sono un’altra cosa. I partiti invece presentano sintesi sciatte e improvvisate che non hanno nulla a che vedere con un vero programma di governo”.

"La governance va dettata documentandosi e facendo sintesi, se un documento è autorevole e aiuta ad andare in una certa direzione va ripreso. Le proposte del programma sono frutto di elaborazione originale e di studi durati mesi. A differenza di altri programmi di poche pagine emersi in qualche segreteria di partito e pubblicati online negli ultimi giorni solo per adempiere a un obbligo istituzionale. Ci piacerebbe che si entrasse nel merito del dibattito sulle soluzioni proposte, che si entrasse nel merito. Ma forse è chiedere troppo”.

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