M5S ha cambiato i programmi elettorali votati dalla base (senza dirlo a nessuno)
Da settimane il capo politico del Movimento 5 Stelle propone ai partiti avversari un contratto di governo su temi ben precisi, una sorta di alleanza programmatica volta a far partire il prima possibile il nuovo esecutivo. Qualche giorno fa, Luigi Di Maio ha annunciato di aver affidato al professore Giacinto della Cananea il compito di esaminare i programmi di Lega e Partito Democratico per poi indicare il più compatibile con quello del Movimento 5 stelle. Secondo un'inchiesta condotta da Luciano Capone de Il Foglio, il programma ora presente sul sito del Movimento 5 Stelle è estremamente differente da quello pubblicato lo scorso febbraio e votato dalla base del M5S prima delle elezioni politiche.
"La versione del programma elettorale attualmente disponibile sul sito del movimento è completamente diversa da quella che c’era a febbraio. Qualcuno al vertice del partito, probabilmente Di Maio che ne è il capo politico, con il placet di Davide Casaleggio che attraverso l’Associazione Rousseau gestisce il sito, ha sostituito il programma votato dagli iscritti con un altro completamente differente", scrive Il Foglio, spiegando che "i venti pdf che componevano il programma votato online – creati materialmente dall’agenzia di comunicazione Web Side Story – sono stati sostituiti da venti pdf diversi, a cui ne sono stati aggiunti quattro su temi mai proposti né votati su Rousseau (Smart nation, Sport, Editoria, Unione europea). Una manipolazione della volontà degli iscritti, una presa in giro degli elettori, una violazione delle regole del partito (democrazia diretta e trasparenza), la negazione della retorica sul cittadino vero sovrano e il politico semplice portavoce".
"Per recuperare il vecchio programma basta andare su “Internet Archive” – la più grande biblioteca della rete – e utilizzare la funzione “Wayback Machine”, che consente di risalire alle pagine web modificate o cancellate. Fino al 2 febbraio sul sito del M5s c’era un programma, il 7 marzo – tre giorni dopo le elezioni – ce n’era un altro. Totalmente diverso e spesso diametralmente opposto", ricostruisce Luciano Capone, soffermandosi in seguito in particolare sul programma Esteri proposto dal Movimento 5 Stelle, che appare sensibilmente differente da quello precedente:
"È il caso del ‘programma Esteri', un tema che, viste le vicende che riguardano la Siria, è di fondamentale importanza e stringente attualità. Gli iscritti avevano votato per un’impostazione radicale, terzomondista, filo russa e anti atlantica. Il nuovo ‘programma Esteri' è stato bonificato: tolte le contestazioni alla Nato e agli Stati Uniti, addolcite le critiche all’euro e all’Ue, smussati gli elogi alla Russia […] Tutto cancellato. Ora il tono è più posato e burocratico, si parla di “ricerca del multilateralismo, della cooperazione e del dialogo tra le popolazioni” e si ribadisce che “le operazioni per il mantenimento della pace debbano svolgersi in stretta ottemperanza ai principi della Carta dell’Onu”.
L’Alleanza atlantica veniva descritta come la causa principale dell’instabilità globale, arrivando a vagheggiare una rottura del patto: ci sarebbe ormai “una discordanza tra l’interesse della sicurezza nazionale italiana con le strategie messe in atto dalla Nato”. Per questo il M5s proponeva un “disimpegno da tutte le missioni militari della Nato in aperto contrasto con la Costituzione”. Tutti gli attacchi alla Nato sono stati eliminati. Nella nuova versione, cambiata poco prima o poco dopo le elezioni, il passaggio più duro parla dell’“esigenza di aprire un tavolo di confronto in seno alla Nato”. Anche la parte sul “medio oriente” era una dura accusa all’occidente: “I nostri governi hanno distrutto intere popolazioni, come quella siriana, seguendo l’interventismo occidentale della Nato, cui l’Italia ha colpevolmente prestato il fianco rompendo le relazioni diplomatiche con Damasco”. Ora è stato tolto ogni riferimento al regime di Assad e compaiono le responsabilità dei paesi arabi, che hanno “un sistema di governo a dir poco inadeguato agli standard universali”.
Non è solo il programma Esteri ad aver subito modifiche impattanti, ma anche la parte relativa all'Euro è molto diversa rispetto a quella votata dalla base del Movimento 5 Stelle (da “La situazione italiana nella zona euro è insostenibile. Siamo succubi della moneta unica” a “Questo non significa abbandonare perentoriamente la moneta unica”), mentre il capitolo sulla Russia è stato emendato da alcune critiche sulle sanzioni: “'L’Ue, adeguandosi agli Usa – c’era scritto –, ha gradualmente imposto misure restrittive nei confronti della Russia' e si aggiungeva che le “azioni di Mosca” in Crimea e Ucraina erano ‘volte al mantenimento della sua sfera di influenza nello spazio ex sovietico a fronte del progressivo allargamento della Nato'. Tutto sparito". In totale, tutte le 19 aree tematiche trattate nel vecchio programma esteso sono state modificate senza ricorrere preventivamente a una nuova votazione della base del Movimento 5 Stelle e altre 4 aree programmatiche mai votate da nessuno sono state aggiunte nel corso delle ultime settimane.
Nel “programma Banche” sono state inserite proposte mai votate, dal “programma Lavoro” è stato rimosso il capitolo sui “Sindacati senza privilegi”. Ci sono programmi stravolti come quello sullo “Sviluppo economico” sceso da 92 a 9 pagine e altri rielaborati da capo a piedi come quello sull’Agricoltura. Chi ha scritto il nuovo programma e deciso di sostituirlo a quello votato dagli iscritti? Probabilmente Di Maio e la sua cerchia ristretta. Ma di certo il ruolo di Davide Casaleggio, che materialmente attraverso Rousseau ha cambiato i documenti, mostra come chi si è posto al di sopra di tutti non sia il “garante” della democrazia diretta ma il suo “manipolatore”.
La replica del Movimento 5 Stelle
"Su questa storia dei programmi del MoVimento 5 Stelle siamo costretti a smentire il Foglio, perché la vera truffa è proprio l'articolo che oggi ci accusa di aver modificato i punti programmatici subito dopo il voto delle elezioni politiche. Andiamo per ordine. Il Foglio scrive che "fino al 2 febbraio sul sito del M5S c’era un programma, il 7 marzo – tre giorni dopo le elezioni – ce n’era un altro". Falso. Il programma definitivo è stato pubblicato il 21 febbraio 2018, dopo un'ultima revisione dedicata all'impostazione grafica. Come si vede anche da questo link relativo al programma Esteri, i punti votati dai cittadini sono gli stessi inseriti nel programma. Leggete qui e verificate voi stessi. Le versioni precedenti a quelle definitive, pubblicate il 21 febbraio 2018, erano chiaramente versioni provvisorie, sviluppate all'interno di gruppi di lavoro ad aprile dello scorso anno e che poi sono state oggetto di ulteriori modifiche, accogliendo proposte e istanze, fino alla stesura definitiva", scrive M5S in un post pubblicato sul Blog delle Stelle, smentendo l'articolo de Il Foglio.
"Tra l'altro il Foglio scrive che le due versioni sono di senso "totalmente diverso e spesso diametralmente opposto". Ad esempio cita un passaggio della prima bozza, in cui si legge "ripudiamo ogni forma di colonialismo, neocolonialismo e ingerenza straniera", ma nella versione finale c'è scritta la stessa identica cosa, in una forma più adeguata: "La politica estera del Movimento 5 Stelle – riporta la versione finale – si basa sul rispetto dell'autodeterminazione dei popoli, la sovranità, l’integrità territoriale e sul principio di non ingerenza negli affari interni dei singoli Paesi". Dove sarebbe il senso "diametralmente opposto" di cui parla il Foglio? E ancora: il Foglio scrive che sulla Nato si leggono posizioni diverse, ma anche in questo caso mente. Nel programma definitivo si legge infatti che il "Movimento 5 Stelle sostiene l’adeguamento dell'Alleanza Atlantica (NATO) al nuovo contesto multilaterale, contemplando un inquadramento delle sue attività in un’ottica esclusivamente difensiva. È indispensabile una riflessione sull’attuale ruolo della NATO". Non è quello che diciamo da sempre? Insomma, ci sono state solo piccole modifiche di forma, una cosa normalissima. Nessun cambiamento di sostanza. Accade così per tutti i programmi elettorali di tutte le forze politiche del mondo: c'è una prima bozza, poi nuove stesure e lavori di editing. Non c'è di cui stupirsi. I punti votati dai cittadini, infine, sono nel programma che il candidato premier Luigi Di Maio ha presentato in campagna elettorale", conclude il Movimento 5 Stelle.