M5s fuori dai gruppi del Parlamento europeo, ma non si arrende: “C’è ancora tempo”
Solo pochi mesi fa, all’inizio della campagna elettorale per le elezioni europee, il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio presentava in pompa magna gli alleati provenienti da vari paesi nel prossimo Parlamento Ue. Ma molti di quei partiti non hanno passato la soglia di sbarramento e non hanno eletto alcun eurodeputato. Così, a un mese di distanza dal voto del 26 maggio, il M5s si ritrova senza alleati e senza un gruppo al Parlamento europeo. La giornata di oggi, 25 giugno, rappresentava una deadline per comunicare la formazione del gruppo. E il M5s non c’è riuscito. Ma la partita non è ancora chiusa, secondo quanto comunicato fonti pentastellate sostenendo che quella di oggi era una scadenza solo “amministrativa” e che c’è ancora tempo.
Il Movimento sta ancora lavorando, con la sua delegazione a Bruxelles e Strasburgo, per formare un gruppo. O, in alternativa, aggregarsi a chi un gruppo lo ha già. Prendendo qualche “giorno di riflessione” e proseguendo il dialogo perché l’obiettivo rimane arrivare a un “cambiamento vero e non ipocrita dell’Ue”. Le stesse fonti, parlando con l’Ansa, lanciano un messaggio a chiunque voglia “superare le politiche di austerità che hanno bloccato lo sviluppo dell’Ue”, dicendosi pronti a collaborare. Eppure c’è anche chi sostiene che le trattative siano tutt’altro che vicine a una conclusione, con difficoltà non di poco conto.
Il M5s rischia di rimanere solo nell’aula di Strasburgo, con la delegazione dei 14 europarlamentari che potrebbe non trovare alleati nelle sue battaglie comunitarie. Il timore, quindi, è quello di finire nel gruppo dei non iscritti, poco incisivo nella dibattito parlamentare. Ma qualcuno già ammette: “Ad oggi siamo nei non-iscritti”, secondo quanto riporta l’Agi. Le stesse fonti ritengono comunque che ci sia tempo fino al primo luglio e, in teoria, il gruppo può essere formato anche dopo, come già avvenuto durante la scorsa legislatura.
La difficile situazione del M5s viene ritenuta “un danno grave per l’Italia” da Massimiliamo Smeriglio, eurodeputato eletto con il Pd. “Il Movimento 5 Stelle è fuori dai gruppi e dalle grandi famiglie politiche del Parlamento europeo – dichiara l'ex vicepresidente della Regione Lazio -. Significa che non potranno avere cariche importanti e avranno un tempo di parola molto ridotto, da dividere peraltro con formazioni neofasciste come Alba Dorata. Un ‘capolavoro' politico che si traduce in un danno grave per l'Italia, visto che il principale partito di governo non avrà voce in Europa. E dire che Di Maio qualche tempo fa aveva dichiarato che il Movimento sarebbe stato l'ago della bilancia della politica europea. L'ago sì, ma nel pagliaio”.