M5S esulta: “Migranti sbarcati in Italia devono essere subito ricollocati in altri Paesi Ue”
"I migranti sbarcati in Italia devono essere ricollocati negli altri Paesi europei". Così il blog di Beppe Grillo commenta la decisione della Corte di Giustizia Europea sul respingimento dei ricorsi di Slovacchia e Ungheria contro la "relocation" prevista dal Consiglio Ue. L'organo di giurisdizione internazionale ritiene necessario che gli stati membri dell'Unione aiutino Italia e Grecia con la ripartizione quote migranti. Legittimo quindi il provvedimento del Consiglio Ue di ricollocare per due anni i 120mila richiedenti asilo provenienti dai due paesi del Mediterraneo.
A essere d'accordo con la sentenza è il M5s che nella nota ufficiale commenta:
I migranti sbarcati in Italia devono essere ricollocati negli altri Paesi europei subito! La sentenza della Corte di giustizia europea, che respinge i ricorsi presentati nel 2015 da Slovacchia e Ungheria, deve essere immediatamente rispettata o, ancora una volta, l'Unione europea avrà perso la faccia.
L'accusa è rivolta a Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Ungheria, Irlanda, Polonia, Slovacchia e Inghilterra che non accettano la "relocation". Ma l'attacco è anche per "un'Europa troppo debole che non riesce a far rispettare le decisioni prese". Sul punto, il M5s ricorda la necessità di monitorare le tempistiche:
L'Unione europea non ha nessuna intenzione di prorogare la decisione e questa della Corte di Giustizia europea dunque potrebbe essere una vittoria di Pirro se non arriva una decisione immediata del Consiglio di prolungare i ricollocamenti e renderli obbligatori.
Il post continua riportando qualche dato: "Nel 2017 sono arrivati nel nostro Paese 99.742 migranti: il 79% dei migranti sbarcati in Europa ha toccato le coste italiane". E ancora: "Finora hanno lasciato il nostro Paese appena 8.402 migranti sui 35 mila promessi (dati aggiornati al 1 settembre 2017), appena il 24% del totale".
Il blog conclude poi con la promessa di portare avanti la proposta pentastellata di riforma del regolamento di Dublino e di sospensione dell'erogazione dei fondi ai Paesi che si oppongono alla "relocation".