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M5S: “Ecco come i partiti si prenderanno illegittimamente il finanziamento pubblico”

Continua la polemica sul finanziamento pubblico ai partiti, con la denuncia del M5S: “Ecco la leggina del PD per prendersi illegittimamente quei soldi. Li denunciamo e li portiamo in tribunale”.
A cura di Redazione
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La questione è piuttosto controversa e da tempo causa di polemiche roventi tra il Movimento 5 Stelle e gli altri partiti politici. La riforma del Governo Letta che aboliva i finanziamenti diretti ai partiti politici, infatti, prevedeva un regime transitorio che avrebbe garantito entrate del 75%, 50% e 25% della quota complessiva di finanziamento pubblico ai partiti per i prossimi tre anni. Per ottenere tali fondi, però, i partiti avrebbero dovuto onorare una serie di passaggi, tra cui la nomina di una Commissione di verifica e la presentazione dei bilanci certificati. Al momento ciò non è avvenuto, quindi è forte il rischio che la rata di luglio salti completamente.

Per far fronte a tali mancanze, il Parlamento potrebbe approvare una legge che allunghi, ad esempio, i tempi della presentazione dei bilanci, "salvando" la quota di finanziamento pubblico del 2015. Una prospettiva che, ovviamente, non piace al Movimento 5 Stelle, che minaccia denunce e ricorsi in Tribunale. Ecco cosa scrivono i grillini:

"In questi giorni di fine luglio tra i partiti c'è il panico: siccome c'è il rischio che nelle loro casse non arrivi la tranche dei finanziamenti pubblici, senza i quali non sono in grado di sopravvivere, si stanno tutti spremendo le meningi per trovare un escamotage utile ad aggirare la legge e a prendersi lo stesso e illegittimamente questi soldi.
Affamati e capaci di tutto, ecco che cosa si sono inventati pur di mettersi in tasca i quattrini.
In base alla legge truffa sulla finta abolizione del finanziamento pubblico ai partiti approvata da Enrico Letta, i bilanci dei partiti devono essere certificati da una Commissione di controllo istituita alla Camera. A giugno, però, la commissione si blocca perché non ha risorse umane e strumentali a sufficienza per vagliare i bilanci.
La maggioranza decide allora di fare una leggina (a firma di Boccadutri) che assegna alla Commissione le risorse per poter finalmente vagliare i bilanci e sbloccare i finanziamenti. Ma il tempo stringe e la scadenza – il 31 luglio – si avvicina e allora ecco comparire, nel silenzio generale, due emendamenti del Pd a firma Piccione che trovano la soluzione magica per intascare il bottino: rimandare di un anno i controlli della Commissione, sbloccando di fatto la tranche in scadenza. A questa porcata, aggiungono anche un'altra nefandezza: con un colpo di spugna cancellano le sanzioni che oggi la legge prevede per chi truccando i rendiconti ottiene finanziamenti illeciti.

La “leggina” comunque dovrà passare prima in aula alla Camera, poi al Senato. C’è un solo organo che potrebbe intervenire per assegnare ai partiti i finanziamenti pubblici: l’ufficio di Presidenza della Camera. E il M5S – l'unico che non percepisce finanziamenti dallo Stato – si è già attivato per arginare le manovre dei partiti che per sopravvivere devono attingere continuamente alla mangiatoia pubblica. I portavoce Di Maio, Fraccaro, Mannino e Bottici, al Senato, hanno inviato una lettera dal contenuto molto chiaro: se vi azzardate a dare un solo euro ai partiti vi trasciniamo tutti in tribunale. Uno a uno. Da Boldrini e Grasso a scendere. Sulla questione abbiamo già scritto all'ufficio di presidenza della Camera: se dovessero azzardarsi a sbloccare i finanziamenti ai partiti con un colpo di mano li trascineremo in tribunale."

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