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M5S contro Renzi: “È come Mario Chiesa, ora comincia Trivellopoli”

Dura replica del Movimento 5 Stelle all’annunciata querela del PD nei confronti di Beppe Grillo: “Renzi è come Mario Chiesa” (l’uomo il cui arresto diede il via all’inchiesta Tangentopoli).
A cura di Redazione
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Non si è fatta attendere la replica del Movimento 5 Stelle all’annuncio del tesoriere del Partito Democratico Bonifazi di un querela per diffamazione nei confronti di Beppe Grillo. Con un post pubblicato sul blog del fondatore del Movimento 5 Stelle, il gruppo parlamentare grillino scende in campo e invita il Presidente del Consiglio Matteo Renzi a “querelare tutti”. Il paragone utilizzato è piuttosto significativo: il segretario del Partito Democratico ricorda Mario Chiesa, il primo arrestato che diede inizio alla lunga serie di arresti di Mani Pulite: fu proprio una sua querela per diffamazione ad incastrarlo e a dare il via a Tangentopoli.

Nella lettura dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle, sta nascendo ora uno scandalo simile, Trivellopoli, le cui ricadute sembrano destinate a travolgere l’esecutivo guidato da Renzi. Ecco come è articolato il ragionamento sul blog di Grillo:

"Siamo alle comiche. Il Bomba ha annunciato che querelerà Beppe Grillo e il MoVimento 5 Stelle perché hanno osato dire ciò che è sotto gli occhi di tutti, cioè che questo è un governo asservito alle lobby del petrolio e delle banche, invischiato in conflitti di interessi giganteschi, che fa leggi non per i cittadini, ma per garantire gli affari del compagno dell’ex ministro Guidi o per salvare la banca del padre della Boschi.

Il Presidente del Consiglio non eletto da nessuno, regista e artefice di tutto ciò, non digerisce che gli si dica chiaro e tondo che lui e la sua maggioranza sono complici di questo scempio. Vorrebbe tutti zitti e buoni mentre lui porta avanti politiche che fanno gli interessi dei petrolieri e inquinano l’ambiente. Non gli piace che qualcuno dica: “sapevate tutto e quindi siete complici e collusi di ciò che avvenuto”. Eppure i fatti di Trivellopoli sono chiarissimi: l’emendamento pro Total è stato smascherato per ben due volte dal M5S, prima alla Camera quando provarono a inserirlo nello Sblocca Italia e poi al Senato, quando il governo stesso lo infilò dentro la Legge di Stabilità, blindandolo con il voto di fiducia. Anche in questa occasione Il M5S denunciò questo ennesimo colpo di mano in Aula: il senatore Andrea Cioffi disse chiaramente che qualcuno stava suggerendo al governo una norma che sbloccava l’impianto di Tempa Rossa davanti ad un Aula che poco dopo votò la Legge di Stabilità, consapevole di ciò che conteneva. Il PD e la maggioranza sapevano cosa stavano votando, e a dichiararlo è lo stesso ministro Guidi che per difendersi ha detto “tutti sapevano di quell’emendamento”. Se tutti sapevano, allora tutti coloro che hanno votato a favore di quella norma avrebbero le mani sporche di petrolio, sarebbero ‘collusi’ con questo sistema.

Il problema, per il Bomba, non è lo scandalo che travolge il suo ministro e il suo intero governo, per lui lo scandalo è il Movimento 5 Stelle che denuncia ciò che è accaduto. Per questo annuncia querela, per provare a intimidire e imbavagliare la voce di chi non fa parte di questo sistema marcio, la voce di chi osa mettergli i bastoni tra le ruote. Peccato che questa voce rappresenta 9 milioni di italiani onesti che non ne possono più. Questa voce il bomba non può zittirla, le sue minacce di querela non serviranno a nulla se non a rafforzarla. Ed è indecente vedere che davanti ad uno scandalo di tale portata, il Presidente non eletto invece di fare i bagagli e andarsene a casa con tutto il suo governo, non trovi di meglio da fare che denunciare la principale forza di opposizione che fa il suo lavoro legittimo. Il Bomba dovrebbe ricordarsi la storia di Mario Chiesa, il primo arrestato che diede inizio alla lunga serie di arresti di Mani Pulite: fu proprio una sua querela per diffamazione ad incastrarlo e a dare il via a Tangentopoli. Trivellopoli invece è appena iniziata. E ora #Querelacitutti!".

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