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M5s, Conte sulla rottura con Grillo: “Contratto in scadenza, non posso buttare soldi dei nostri militanti”

Giuseppe Conte non ha nessuna intenzione di “buttare” i soldi della base del M5s, rinnovando il contratto da 300mila euro di Beppe Grillo. I leader derubrica la rottura col comico a “fatto marginale” e rimanda la questione alla Costituente di novembre, dove saranno i militanti a decidere delle sorti del fondatore.
A cura di Giulia Casula
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Il contratto di Beppe Grillo è in scadenza e Giuseppe Conte non ha nessuna intenzione di "buttare" i soldi della base del Movimento 5 Stelle rinnovandolo. Lo scontro tra il comico genovese e il leader è giunto al round finale, ma la tregua ancora non si vede.

Quello di Grillo "è un contratto in scadenza che prevede una remunerazione", ha spiegato il leader M5s intervistato dal Corriere della Sera. Come anticipato dal retroscena di Fanpage.it, il partito non vede di buon occhio i 300mila euro versati al garante per una funzione, quella di rafforzare l'immagine del Movimento, che secondi i pentastellati Grillo non assolve più da tempo.

"Non si parla della sua funzione di Garante ma di quella comunicativa che in questo momento non c'è e quindi fa venire meno le ragioni del contratto e di questa spesa che noi paghiamo con i soldi dei militanti, che quindi devono essere amministrati con la massima cura non possiamo buttarli", ha detto Conte.

Tra garante e leader, da tempo ai ferri corti, la rottura pare essere definitiva, ma per Conte si tratta di questioni marginali. "In questo momento il Movimento è assorbito poco da questa vicenda che è marginale rispetto al processo costituente che un'intera comunità sta portando avanti. Siamo nel pieno di un esperimento di democrazia partecipativa. Con tutto il rispetto, questo aspetto che i giornali considerano cruciale, è minore", ha commentato.

Insomma tutto è rimandato all'Assemblea Costituente del 23 e 24 novembre dove saranno gli iscritti a decidere delle sorti di Grillo all'interno del Movimento. Ma guardando alle proposte arrivate finora, molte delle quali vanno della direzione di ridimensionare o addirittura eliminare il ruolo del fondatore, il futuro sembra già scritto.

Ad ogni modo, Conte non crede che si possa parlare di "parricidio", come riportato da alcuni giornali gli scorsi giorni. "Non si può parlare di parricidio dinanzi alla rescissione di un contratto", ha detto.

Quanto alle parole di Davide Casaleggio, che negli scorsi giorni aveva commentato lo scontro tra i due dichiarando che alla fine sarebbe rimasto "un solo elettore", il leader ha replicato: "Quando io sono arrivato mi è stato chiesto a gran voce di interrompere il rapporto con il figlio di Casaleggio perché non era un rapporto trasparente. Non c'era da parte sua nemmeno la volontà di consegnare l'archivio degli iscritti. Il che penso sia una follia. Credo che fosse una delle anomalie del Movimento. Da allora non parlo di Casaleggio. Vedo che lui parla quotidianamente, lo faccia tranquillamente, è un privato cittadino", ha chiuso.

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