M5s, assedio a Di Maio: in 70 vogliono modificare lo Statuto per limitare i poteri del capo politico
Guai in arrivo per la leadership di Luigi Di Maio. Un documento siglato da 70 senatori grillini su 103 mette di fatto in discussione i poteri del capo politico del Movimento. I malumori erano nell'aria già da un po', complice l'alleanza con il Pd. L'occasione è stata offerta poi ieri dall'avvio dell'iter per la scelta del nuovo capogruppo al Senato, dopo la nomina di Stefano Patuanelli a ministro dello Sviluppo economico: durante l'assemblea è arrivata la proposta di modifica dello Statuto del M5s. Da una parte c'è chi vorrebbe che la figura del capo politico fosse affiancata da un organismo di 10 pentastellati, compreso Beppe Grillo e i due capigruppo alla Camera e al Senato; lo stesso Di Maio aveva appoggiato l'idea negli ultimi mesi, chiamando queste figure ‘i facilitatori'; e poi c'è chi spinge affinché sia del tutto cancellata la figura del capo politico dallo Statuto del Movimento.
Le pressioni hanno raggiunto il ministro degli Esteri a New York, e lo hanno spinto ad accelerare sulla battaglia cardine del Movimento, quella del taglio dei parlamentari: "Ci aspettiamo lealtà dal Pd, non vogliamo ritardi", ha detto, in vista della conferenza dei capigruppo che oggi sarà chiamata a Montecitorio a decidere i tempi. "È arrivato il momento di introdurre il principio democratico dell'elezione dal basso verso l'alto di tutti i livelli, organi e cariche del Movimento" ha spiegato durante l'assemblea il senatore pentastellato Primo Di Nicola, dopo la proposta di revisione dello statuto che sarebbe arrivata, affermano indiscrezioni, da Emanuele Dessì.
Il documento uscito ieri dalla riunione punta a modificare i punti 5 e 7 dello Statuto, quelli appunto che parlano del ruolo del Capo politico, figura nata dopo che Beppe Grillo, nella kermesse Italia a 5 Stelle di Rimini, ha annunciato il suo passo di lato, diventando da allora il Garante. Tra i grillini pronti a dar battaglia ci sono Barbara Lezzi (ex ministra che non è stata inclusa nel Conte bis), Nicola Morra, Alberto Airola e Mario Giarrusso. Nell'elenco dei 70 ‘innovatori' non ci sono l'ex ministro Danilo Toninelli e Paola Taverna, che prova a spegnere le polemiche: "Non c’è nessuna scissione, la tensione è fisiologica quando si riuniscono 100 persone". Toninelli, che non è stato appunto confermato nella squadra del nuovo governo, è in corsa per il ruolo di capogruppo al Senato.
Per la Camera è invece in corsa Anna Macina, che ha annunciato la sua candidatura prima della chiusura dei termini, il prossimo lunedì, e della possibile candidatura dell'attuale vicario di Francesco D'Uva, Francesco Silvestri. In lizza, come ha scritto ‘il Messaggero', ci sono anche Emanuela Corda, Sebastiano Cubeddu, Gianfranco Di Sarno, Leonardo Donno, Paolo Giuliodori, Pasquale Maglione, Marco Rizzone, Francesco Silvestri, Raffaele Trano e Giorgio Trizzino.