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M5S, al via gli Stati Generali. Ma da Rousseau alle alleanze, il Movimento resta diviso

Davanti ai parlamentari, il reggente M5S Vito Crimi presenta la road map per gli Stati Generali, il congresso grillino a lungo invocato da molti big 5 Stelle come ultima spiaggia per il rilancio. Si parte con le assemblee sui territori, ma il voto finale sarà su Rousseau. E intanto nel Movimento si continua a litigare.
A cura di Marco Billeci
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Deputati e senatori del Movimento 5 Stelle si sono riuniti a Roma all'indomani del deludente risultato elettorale del Movimento alle elezioni regionali. Nel corso dell'assemblea, il reggente M5S Vito Crimi ha illustrato la road map dei cosiddetti Stati Generali, il congresso grillino a lungo invocato da più parti per rilanciare il Movimento tramite una nuova agenda e una nuova leadership

Il piano presentato da Crimi stabilisce che dal 15 ottobre inizi un giro di assemblee sui territori, mentre altre opzioni che prevederebbero votazioni immediate su Rousseau sembrano essere già state scartate dai parlamentari. Ogni gruppo territoriale stilerà un documento con delle proposte che verrà inviato a una commissione di garanzia nazionale, costituita da dieci persone rappresentanti di tutti i livelli di governo e tutte le anime dei grillini. La commissione avrà il compito di fare sintesi tra le varie indicazioni ed elaborare i quesiti su cui poi gli attivisti saranno chiamati a esprimersi online per decidere il futuro del Movimento.

La strada delineata da Crimi lascia comunque aperte molte questioni e non risolve i punti di scontro che in queste ore agitano i 5 Stelle, a partire dal ruolo in questo processo di Rousseau e del suo propietario Davide Casaleggio. "Rousseau è il nostro strumento di votazione, non ce ne sono altri", dice Crimi. Ma c'è chi teme che Casaleggio possa usare le leve della piattaforma per forzare la mano e indirizzare la discussione nella direzione da lui preferita. "Se tenterà il blitz, i votanti gli daranno una bella lezione, come è successo con Salvini alle regionali", avverte il senatore Emanuele Dessì

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