L’uomo che ha chiesto di abbassare gli scudi a Bologna è lo stesso che organizza le commemorazioni per Mussolini
"Non è bello vedere gente [poliziotti] schierata, già siam nervosi tutti, gli faccia abbassare gli scudi, almeno abbassare gli scudi": e così a richiesta del responsabile della Rete dei patrioti, il movimento di estrema destra che sabato ha sfilato tra le vie del centro di Bologna, la funzionaria incaricata dell'ordine pubblico fa abbassare le protezioni ai poliziotti schierati in tenuta anti-sommossa. "Perfetto" chiosa l'uomo.
Chi c'era tra i militanti di estrema destra a Bologna
"Trecento camicie nere" li ha definiti il sindaco di Bologna Matteo Lepore. E difatti tra i principali esponenti della Rete dei patrioti, che insieme a CasaPound ha sfilato a Bologna, ci sono vecchie conoscenze di Forza Nuova, come Salvatore Ferrara, l'uomo che ha chiesto di abbassare gli scudi.
Già candidato a sindaco di Como nel 2012 nelle file di Forza Nuova, 209 i voti allora raccolti, Ferrara è uno dei promotori dell'annuale commemorazione di Benito Mussolini che si svolge a Dongo, sul lago di Como, dove il duce fu arrestato il 27 aprile 1945.
Mussolini fu poi ucciso il giorno dopo a Giulino di Mezzegra, pochi chilometri più a sud, dove, come Fanpage.it ha raccontato in questo servizio, i neofascisti di tutta Italia arrivano in parata per ricordarlo, nel solito sfoggio della simbologia nazifascista.
In questa specialità eccelle un altro sodale di Ferrara, Ettore Sanzanni, anche lui al corteo di Bologna. Grande cultore della Germania Nazista, passione esibita in una svastica a ciondolo, nei tatuaggi nazisti e persino in una torta hitleriana per il suo compleanno nel 2017, nei video di Bologna lo si vede arringare i camerati al microfono: "Tutti in riga, non siamo zecche, siamo soldati".
Durante la commemorazione di Mussolini, Ferrara definiva "una provocazione" la manifestazione antifascista organizzata dall'Anpi locale. Forse lo è di più la sfilata di 300 camerati nella città, Bologna, che ha subito il più sanguinario attentato neofascista – quello alla Stazione di Bologna il 2 agosto del 1980 – della storia italiana.