L’Unione Europea rischia di essere tagliata fuori dai negoziati tra Russia e Ucraina voluti da Trump
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Tra pochi giorni il conflitto in Ucraina entrerà nel suo terzo anno, segnando un lungo periodo di instabilità che ha trasformato il panorama politico ed economico di tutto il continente. Da febbraio 2022, la guerra ha seguito un corso esclusivamente militare, con un Occidente compatto nel sostegno a Kiev e una Russia da una parte isolata e dall'altra estremamente determinata.
In questo scenario l'Unione Europea si trova ora ad affrontare una nuova sfida diplomatica: garantire il proprio coinvolgimento nei negoziati di pace. Mentre Washington avvia infatti colloqui diretti con Mosca e Kiev, i governi Ue temono di essere relegati a un ruolo secondario, nonostante il peso economico e politico sostenuto dall'inizio della guerra. L'annuncio di Donald Trump sull'apertura immediata delle trattative e un possibile incontro con Putin in Arabia Saudita ha allarmato così l'Europa, che ora sembra ancor più determinata a far valere la propria posizione.
Per questo motivo, alcuni ministri degli Esteri si sono riuniti a Parigi, chiedendo che qualsiasi accordo sul futuro dell'Ucraina coinvolga anche Bruxelles.
Trump accelera, l'UE rivendica un posto al tavolo
Mentre il dibattito sul futuro dell'Ucraina si fa più acceso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha preso l'iniziativa, annunciando contatti diretti con Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky per avviare immediatamente i negoziati di pace: poco dopo una telefonata con entrambi i leader, Trump ha infatti dichiarato di voler inviare una delegazione guidata dal segretario di Stato Marco Rubio e dal direttore della CIA John Ratcliffe per avviare colloqui concreti.
L'Europa per questo sembra essere stata colta di sorpresa: in risposta, i ministri degli Esteri di Polonia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito e Ucraina si sono riuniti a Parigi per ribadire che un accordo sulla fine della guerra non può prescindere dal coinvolgimento degli alleati europei. L'Italia, in tutto ciò, non era presente al vertice.
Andriy Sybiha, ministro degli Esteri ucraino, ha sottolineato l'indivisibilità della sicurezza tra Ucraina ed Europa: "L'Europa svolge un ruolo attivo nel garantire una pace giusta, completa e duratura per l'Ucraina". Dello stesso avviso il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, che ha avvertito: "Non ci sarà una pace giusta e duratura in Ucraina senza il coinvolgimento dell'Europa".
"L'Europa deve essere presente al tavolo dei negoziati perché l'esito ci influenzerà molto", è stata invece la richiesta di Kaja Kallas, responsabile della politica estera della Ue.
Intanto, scondo Politico, le relazioni dell'Unione europea con la nuova amministrazione Usa sono "talmente cattive da essere virtualmente inesistenti".
Trump e Putin in Arabia Saudita
A rendere ancora più tesa la situazione è il possibile incontro tra Trump e Putin in Arabia Saudita: il Cremlino ha confermato che un colloquio faccia a faccia potrebbe essere in discussione, e questo ha immediatamente alimentato i timori europei di un negoziato bilaterale che finisca per escludere Bruxelles.
Nel frattempo, tra Washington e Mosca sono già avvenuti i primi segnali di distensione: un recente scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia, con il rilascio del cittadino americano Marc Fogel e di un detenuto russo, è stato interpretato come un gesto di "buona volontà". L'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, ha incontrato Putin per oltre tre ore, e secondo fonti vicine alla Casa Bianca il tema principale della discussione sarebbe stato proprio il cessate il fuoco in Ucraina.
L'Europa, insomma, si trova quindi di fronte a una sfida cruciale: riuscire a ritagliarsi un ruolo da protagonista nel processo di pace o essere costretta a subire le scelte di Washington e Mosca; e il vertice di Monaco, previsto nei prossimi giorni, potrebbe rappresentare un'occasione per riaffermare la propria posizione.