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L’Unione europea pensa alle zone “rosso scuro” per combattere le nuove varianti di Covid-19

Ai vertici dell’Unione europea c’è grande preoccupazione per le nuove varianti di Covid-19 che stanno emergendo. Ursula Von der Leyen ha detto che si stanno valutando delle “zone rosso scuro”, con misure apposite in entrata e in uscita. La presidente della Commissione europea ha sottolineato l’importanza del sequenziamento e ha negato la fattibilità – al momento – di un certificato vaccinale per viaggiare.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'ombra delle nuove varianti di Covid-19 si allunga sull'Unione europea. Non si respira buonumore ai vertici degli organi comunitari: "Siamo sempre più preoccupati per le diverse varianti del coronavirus", ha detto ieri la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Dopo il sospetto di una nuova variante sconosciuta in Francia, che starebbe causando dei veri e propri maxifocolai, quello della mutazione del virus è un tema che torna prepotentemente all'ordine del giorno. Tanto che l'Ue sta già pensando alle contromisure: "Per identificare le aree ad alto rischio dobbiamo affinare la nostra mappatura, introducendo le zone rosso scuro, in cui il virus è a un livello molto elevato", ha spiegato Von der Leyen. Ma cosa succede nelle zone rosso scuro? "Test prima della partenza e quarantena dopo l'arrivo". In generale, "tutti i viaggi non essenziali dovranno essere fortemente scoraggiati, sia all'interno dei Paesi che attraverso i confini nell'Ue – ha continuato la presidente della Commissione – Ma è fondamentale che il mercato interno continui a funzionare".

Von der Leyen ha sottolineato l'importanza del sequenziamento. Ovvero individuare le nuove possibili varianti di Covid-19 nei Paesi europei, per isolarle subito. I numeri, al momento, sono bassissimi: "Oggi quasi tutti gli Stati membri sequenziano meno dell'1% dei test positivi, solo due sono al 10%". Troppo poco per la presidente, bisogna arrivare almeno al 5%. "La situazione sanitaria in Europa resta molto seria. Ci sono motivi di speranza, grazie al vaccino, ma ci sono anche forti ragioni di preoccupazione, per le nuove varianti". In Italia sono stati sequenziati meno di 2500 casi, in Francia e Germania mille in più.

I vertici dell'Unione europea sarebbero favorevoli al certificato vaccinale, proposto dalla Grecia e sostenuto da altri Stati, da usare come documento per viaggiare, ma Von der Leyen ha chiesto calma: "Per cosa si può usare questo certificato? L'uso che può essere fatto di questo documento deve essere valutato molto attentamente". Troppo presto per la presidente, perché ci sono alcune variabili ancora "poco chiare", come "se il vaccino inibisce la trasmissione del virus da parte della persona vaccinata" e poi "quanto a lungo è efficace la vaccinazione". Poi c'è una questione politica: "Come assicurarsi che vengano rispettati i diritti delle persone che non hanno accesso al vaccino e quali alternative si offrono a coloro che hanno legittime ragioni per non vaccinarsi", ma anche "come proteggiamo i dati personali dei cittadini". Resta tutto aperto per Von der Leyen, ma se ne parlerà al momento opportuno.

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