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L’Unione europea ha approvato un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia: ecco cosa prevede

L’Ue ha approvato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che colpirà settori strategici come quello energetico, finanziario e commerciale, rendendo più difficile per Mosca eludere le misure europee.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Consiglio europeo ha approvato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, il 14esimo dall'invasione del 2022. Queste nuove misure rappresentano "un nuovo colpo per il regime di Putin e coloro che sostengono e portano avanti la sua illegale, immotivata e ingiustificata guerra di aggressione contro l'Ucraina", si legge in un comunicato del Consiglio Ue. Che specifica come il provvedimento sia stato concepito per danneggiare in particolare settori strategici dell'economia russa, come quello energetico, finanziario e commerciale, rendendo più difficile arginare le sanzioni europee.

"Le nostre sanzioni hanno già indebolito significativamente l'economia russa, impedendo a Putin di realizzare i suoi piani per distruggere l'Ucraina, anche se continua la sua aggressione illegale colpendo civili e infrastrutture", ha commentato l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell, sottolineando come il 14esimo pacchetto di sanzioni sia anche la prova dell'unità tra gli alleati europei nel sostegno all'Ucraina.

Cosa prevede il pacchetto di sanzioni

Insomma, in questo nuovo provvedimento sanzionatorio le istituzioni europee stanno esplicitamente cercando di compromettere le capacità russe di bypassare le sanzioni dell'Occidente. Per la precisione, nel pacchetto sono previste misure restrittive per altre 116 persone ed entità "responsabili di azioni che compromettono o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina". Nel settore energetico, per assicurare che le strutture dell'Ue non vengano utilizzate per trasbordare il gas naturale liquefatto (Gnl) russo verso Paesi terzi – si legge sempre nel comunicato del Consiglio – Bruxelles vieterà che i servizi di ricarica del Gnl russo nei suoi territori ai fini delle operazioni di trasbordo verso Paesi terzi. Si tratta di una misura che non colpisce l'importazione, ma solo la riesportazione verso terzi: per quanto riguarda le importazioni, il comunicato fa sapere che che verranno introdotte restrizioni all'importazione del Gnl russo attraverso terminali UE non collegati al sistema del gas naturale.

L'Ue ha anche annunciato che vieterà nuovi investimenti, nonché la fornitura di beni, tecnologie e servizi per il completamento dei progetti Gnl in costruzione, come Arctic LNG 2 e Murmansk LNG. Infine, nel comunicato si spiega come i Paesi Ue si stiano dotando di strumenti aggiuntivi per contrastare l'elusione russa delle sanzioni: le imprese europee dovranno assicurare l'impegno affinché le loro filiali in Paesi terzi non prendano parte ad attività che possano in qualche modo raggirare il sistema sanzionatorio.

La reazione del ministro Tajani

La decisione arriva a pochi giorni dal prossimo vertice dei leader a Bruxelles, il primo dalla Conferenza di pace per l'Ucraina che ha visto i leader europei riunirsi in Svizzera per ribadire il loro sostegno a Kiev. Nel frattempo il ministro degli Esteri Antonio Tajani – che oggi si trova in Lussemburgo insieme agli omologhi europei – ha accolto positivamente la notizia del nuovo pacchetto di sanzioni, sottolineando come questa preveda anche la tutela delle nostre imprese in Russia. "È stata adottata una decisione molto importante per quanto riguarda il pacchetto di sanzioni alla Russia sulla tutela delle imprese che vivono e operano nella Federazione Russa. Noi abbiamo due casi: quello Ariston e quello Unicredit. Ecco oggi passa il principio che ci può essere un risarcimento per le imprese colpite dalla Federazione Russa. Passa oggi la base giuridica e il principio giudiziario poi vedremo dove si potranno trovare i fondi ma il principio che queste imprese debbano essere risarcite è già una vittoria importante dell'Italia, che si è battuta molto all'interno dell'Unione europea proprio per garantire queste imprese che, nel rispetto delle sanzioni, operano in Russia ce ne sono circa 200 italiane. Noi abbiamo il dovere di tutelarle".

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