L’Unione europea al lavoro su nuove sanzioni alla Russia, si discute dell’embargo al petrolio
La Commissione europea si prepara a presentare oggi ai 27 Stati membri un nuovo pacchetto, il sesto, di sanzioni contro la Russia. E questa volta si discuterà anche dell'embargo al petrolio. I funzionari di Bruxelles avrebbero già consegnato una prima bozza di proposta ai Paesi Ue, anche se un'intesa su come si dovrebbe arrivare a un embargo è ancora lontana: si parla di un blocco graduale, per raggiungere tra sei o otto mesi (comunque entro la fine dell'anno) la fine delle importazioni di petrolio dalla Russia. Oggi gli ambasciatori degli Stati membri si siederanno attorno a un tavolo, cercando di trovare una quadra
Non si parlerà però solo di petrolio. Nel sesto pacchetto di sanzioni, che dovrà comunque passare per l'approvazione del Consiglio, ci sarà anche all'esclusione di più banche russe dal sistema Swift e l'allargamento della "black list" dell'Occidente. Ma il tema del petrolio resta il più discusso. Ci sono Paesi, come la Slovacchia e l'Ungheria, che sono totalmente dipendenti da Mosca per il petrolio. Bratisalva ha fatto sapere che avrà bisogno di anni, non mesi, per sostituire il greggio che arriva nel Paese dalla Russia attraverso l'oleodotto Druzbha.
"La guerra non provocata della Russia contro l'Ucraina riguarda la sicurezza globale. Stiamo lavorando al sesto pacchetto di sanzioni che mira a eliminare dallo Swift più banche, fare un elenco degli attori della disinformazione e affrontare le importazioni di petrolio", ha confermato l'Alto rappresentate Ue per la Politica estera, Josep Borrell.
Borrell, in un'intervista con l'Afp, ha anche sottolineato che l'Unione europea farà di tutto per evitare che la guerra si allarghi. "Stiamo aiutando l'Ucraina ma senza entrare in belligeranza. Ciò vorrebbe dire estendere la guerra e non è quel che vogliamo. E allo stesso tempo rafforziamo le nostre sanzioni".
Intanto, mentre si aspetta una decisione sul petrolio, i ministri dell'Energia Ue hanno partecipato a un consiglio straordinario, convocato dalla presidenza francese, per affrontare lo stop della forniture di gas dalla Russia a Polonia e Bulgaria, che si sono rifiutate di effettuare il pagamento in rubli. "Tutto il lavoro che stiamo facendo è per essere pronti se dovesse essere presa la decisione" di un blocco generalizzato, ha fatto sapere la ministra francese per la Transizione ecologica, Barbara Pompili, pur sottolineando che sia impossibile rimpiazzare tutto il gas che compriamo dalla Russia con gas proveniente da altri Paesi: bisogna rafforzare gli investimenti nelle rinnovabili. Il ministro italiano, Roberto Cingolani, da parte sua ha però sottolineato che nel caso improvviso di stop al gas russo, l'Italia potrebbe avere seri problemi di stoccaggio per il prossimo inverno.