L’Unione europea aderisce alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne
Anche l'Unione europea adesso è parte della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Lo ha annunciato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: "Oggi l'Unione europea aderisce alla Convenzione di Istanbul. Questo invia un segnale forte. L'Ue è dalla parte delle donne per proteggerle dalla violenza. Siamo determinati a prevenire, condannare e combattere la violenza contro le donne in tutte le sue forme", ha scritto su Twitter.
Oggi infatti è arrivata la decisione del Consiglio dell'Unione europea: l'Ue aderirà alla Convenzione per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, il primo strumento internazionale che crea un quadro giuridico per proteggere le donne.
"L'adesione dell'Ue alla Convenzione rappresenta una spinta per gli sforzi dell'Unione europea volti a realizzare la parità tra donne e uomini. La violenza contro le donne non è solo un reato penale, ma anche una conseguenza estrema della discriminazione, radicata nelle disuguaglianze di genere. Allo stesso tempo, la violenza contro le donne contribuisce a mantenere e rafforzare queste disuguaglianze", si legge in una nota del Consiglio Ue.
La Convenzione di Istanbul, entrata in vigore nel 2014, è stata firmata dall'Ue nel 2017. La decisione del Consiglio arrivata oggi fa sì che le istituzioni e la pubblica amministrazione dell'Unione aderiscano, anche per e questioni relative alla cooperazione giudiziaria in materia penale, all'asilo e al non respingimento. "La violenza contro le donne e le ragazze è una delle violazioni dei diritti umani più sistematiche e comuni a livello globale. Una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale, per lo più perpetrata da partner intimi", conclude la nota.
Il tema è stato affrontato oggi anche nella plenaria del Parlamento Ue. Nella sessione si è sottolineato che sebbene governi e organizzazioni abbiano fatto passi avanti nel contrasto alla violenza sessuale e nel sostegno alle vittime, specialmente da quando è scoppiato il movimento MeToo, in alcuni Paesi Ue la strada è ancora lunga. In una risoluzione approvata con 468 voti a favore, 17 contrari e 125 astensioni si chiede di includere le molestie sessuali tra i reati, sottolineando che "attualmente queste ultime non sono definite e criminalizzate a livello europeo, il che significa che le vittime non hanno gli stessi diritti nei diversi Paesi Ue". La risoluzione conclude: "Occorre fare di più per sensibilizzare in merito alle procedure di segnalazione e assistenza alle vittime, nonché per quanto riguarda la prevenzione di tutte le forme di molestie".