Luigi Lusi e quei 900 mila euro alla fondazione di Francesco Rutelli
L'aveva detto l'ex tesoriere del Margherita: "Questa è una partita che può far saltare tutto il centrosinistra". Parole, quelle di Luigi Lusi, che tiravano chiaramente in ballo anche i suoi vecchi colleghi di partito, quasi a dire che lui non era l'unico responsabile dei quattrini sottratti dalle casse del partito. La Margherita aveva reagito alle esternazioni e alle allusioni dell'ex tesoriere presentando una querela, ma il caso continua a scottare parecchio. E un'inchiesta de l'Espresso getta ulteriore benzina sul fuoco.
866 mila euro alla fondazione di Rutelli- Qualche giorno fa, Francesco Rutelli ha cercato di diradare le ombre attorno alla sua persona, annunciando di voler mettere sul facebook il suo estratto conto di 56mila euro e sottolineando che "quando ho fondato Api ho tagliato la carta di credito che avevo come presidente della Margherita e l'ho restituita a Lusi". Ebbene, l'Espresso ha scoperto che Lusi ha girato centinaia di migliaia di euro della Margherita alla fondazione di Rutelli Centro per il futuro sostenibile (Cfs), quando l'ex sindaco di Roma non solo era uscito dal Pd, ma aveva già fondato l'Api. Dal novembre 2009 al luglio 2011 tale fondazione avrebbe ricevuto ben 866 mila euro da Lusi.
Singoli bonifici di poco inferiori a 150 mila euro- L'Espresso scrive che il primo bonifico alla fondazione arriva il 13 novembre 2009, proprio nei giorni in cui Rutelli, in polemica col Pd per un eccessivo sbilanciamento a sinistra, sta lanciando il suo nuovo partito. Quel giorno sul conto del Cfs arrivano, da Lusi, 48 mila euro; altri 48 mila arriveranno a gennaio 2010. L'Espresso parla poi di140 mila euro ad ottobre, 145 mila a novembre, 140 mila a dicembre. Altri 145 mila euro arrivano a febbraio del 2011; 200mila, invece, a luglio, ma con due versamenti distinti. Tutti i versamenti risultano essere di poco inferiori ai 150 mila euro. Guarda caso lo statuto della Margherita, durante la fase di costituzione del Pd, prevedeva che gli "atti di straordinaria amministrazione e quelli di ordinaria amministrazione di importo superiore a 150.000 euro sono adottati congiuntamente dal Tesoriere e dal Presidente del Comitato Federale di Tesoreria". I bonifici inferiori a quella somma hanno in pratica fatto sì che non ci fosse mai stato bisogno della firma del presidente del Comitato federale di tesoreria Bocci. Possibile che il comitato presieduto da Bocci, del quale facevano parte Pierluigi Mantini, Ivano Strizzolo, Italo Tanoni, Guglielmo Vaccaro e Maurizio Taormina, non si fosse accorto di nulla? Chi probabilmente qualcosa avrebbe dovuto saperla davvero era Giovanni Castellani, che incassava i soldi che arrivavano al Centro per il futuro sostenibile, ma che era anche revisore dei conti per la Margherita.
Altri quattrini dal comitato "Cento città"- Ma la storia non finisce qui. A fine 2009 nelle casse della fondazione di Rutelli arrivano altri 150mila euro, stavolta da "Cento Città Italia nuova", comitato fondato nel 1998 dai sindaci di centrosinistra dei grandi comuni e sciolto, almeno sulla carta, un anno dopo. Tra i promotori del comitato Rutelli, Cacciari, Paolo Gentiloni. Nonostante lo scioglimento le casse del comitato continuano a traboccare di quattrini, complici anche i 40 mila euro annui girati sui conti di "Cento Città" dalla Margherita. E chi è il tesoriere nazionale di "Cento Città"? Ancora lui, Luigi Lusi. Il 30 novembre 2009, secondo quanto riportato da l'Espresso, "Cento città" invia 150 mila euro al Cfs; il giorno successivo la fondazione Cfs spedisce 150 mila euro all'Api, il partito di Rutelli nato da un paio di settimane. Soldi che, però, non risultano nella contabilità dell'Api. La scarsa trasparenza riguardante alcune procedure era stata denunciata dagli ex Democrazia e libertà Rino Piscitello, Renzo Lusetti ed Enzo Carra, che nel 2010 hanno avviato una causa civile contro i vertici del partito, rei di non averli convocati alle assemblee che dovevano approvare i bilanci.
Tutto faceva capo a Lusi- "Ma quali sono le regole secondo le quali la Margherita finanziava un politico, un centro studi, l'ufficio di una fazione? Semplicemente, non esistevano. Tutto faceva capo a Lusi"- scrive l'Espresso. Ma a che titolo dalle casse della Margherita partivano dei bonifici verso la fondazione di Rutelli? A spiegarlo è un uomo dell'entourage di Rutelli (che ha chiesto l'anonimato), che ha spiegato: "I soldi incassati da Cfs erano considerati una sorta di anticipo della quota del tesoro accumulato dalla Margherita e spettante alla corrente rutelliana".
Il portavoce dell'Api stipendiato dalla Margherita- Un'altra stranezza, infine, riguarda alcuni funzionari dell'Api, il cui stipendio viene pagato dalla Margherita. Una circostanza davvero incredibile, se si considera che il partito di Rutelli, confluito nel Terzo Polo, e il Partito Democratico rappresentano due forze politiche concorrenti. E tra gli stipendiati c'è anche Luciano Nobili, portavoce del partito.
AGGIORNAMENTO: LA SMENTITA DI RUTELLI- Dopo aver appreso dell'articolo scritto da l'Espresso, sulla pagina facebook di Francesco Rutelli è stata pubblicata una nota del suo Ufficio stampa, che smentisce quanto pubblicato dal giornale diretto da Bruno Manfellotto. "Le informazioni, quelle vere e quelle false- si legge nella nota- sono state certamente fornite dall'ex tesoriere Lusi, come parte della sua azione di inquinamento del procedimento penale in corso contro di lui, già sanzionata dagli inquirenti della Procura della Repubblica di Roma". L'accusa nei confronti di Rutelli viene etichettata come "ridicola". Viene poi posto l'accento sulle iniziative politico-culturali, per le quali il tesoriere della Margherita ha disposto il finanziamento: "E' arduo sostenere che tali iniziative meritino biasimo, anziché apprezzamento"- si legge nella nota. Poi si entra nello specifico, parlando del Cfs: "Sarebbe il colmo se venisse presentato quasi fosse un'attività collegata alle malefatte del Lusi". La nota termina parlando di una gravissima accusa implicita, ripetuta in modo allusivo in tutto l'articolo: "che l'attività di iniziativa e volontariato politico di Rutelli sia in realtà finanziamento occulto all'Api". La nota parla di accostamento inqualificabile. Poi l'annuncio di adire le vie legali contro l'Espresso e i suoi giornalisti Titta Madia e Vincenzo Zeno Zencovich.
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