Luigi Di Maio: “Recessione? Colpa dei governi precedenti, ci hanno mentito per anni”
La conferma dell’ISTAT sull’ingresso dell’Italia in una fase di “recessione tecnica”, condizione ammessa dallo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, arriva proprio nel giorno in cui il Movimento 5 Stelle annuncia una mobilitazione nazionale per spiegare agli italiani quali siano stati i risultati dei primi mesi di governo. Una coincidenza che non modifica la lettura di Luigi Di Maio che, dal palco dell’evento di Roma spiega: “I dati ISTAT di oggi testimoniano una cosa fondamentale, ossia che chi stava al governo prima di noi ci ha mentito. Loro non ci hanno mai portato fuori dalla crisi […] Questa crisi noi l'abbiamo ereditata e ci hanno raccontato per mesi che fosse finita. Ora i dati ISTAT certificano il fallimento di una intera classe politica”.
E rivendica i risultati raggiunti in qualità di ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico: “Noi abbiamo agito sul 2018 solo sull’occupazione e i dati odierni confermano che c’è un aumento degli occupati, anche a tempo indeterminato. Dal primo gennaio con la legge di bilancio daremo anche un nuovo corso economico, per portare il Paese fuori dalla crisi”. Per farlo, aggiunge, “serve coraggio e bisogna fare il contrario di quanto fatto da chi c’era prima”, cominciando “a ricostruire la domanda interna, occupandosi dei cittadini, dei giovani che cercano lavoro, dei commercianti”. In tale ottica, per Di Maio bisogna “aiutare le fasce più in difficoltà, per aumentare la domanda interna e uscire da una crisi che va avanti da dieci anni”: in tale ottica, il reddito di cittadinanza acquista un valore centrale e sarà al centro della mobilitazione dei 5 Stelle delle prossime settimane. “In sette mesi abbiamo portato a casa le misure principali del contratto di governo”, continua Di Maio, aggiungendo: “Questo non è il punto di arrivo, ma la chiusura della prima fase, quella delle emergenze sociali. Ora bisogna andare avanti, partendo da una riforma della Costituzione che tagli il numero dei parlamentari e semplifichi la macchina dello Stato”. E, assicura, "noi se lo diciamo, lo facciamo, come testimoniano i provvedimenti portati a casa, da quota 100 pensioni a reddito e pensioni di cittadinanza".