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Luigi Di Maio: “Mi sono stufato di perdere, per questo cambiamo il M5S”

Luigi Di Maio, in un’intervista su Repubblica, commenta gli ultimi insuccessi elettorali del M5S: “Alle politiche io ho cambiato lo schema. Ho scelto i candidati per i collegi uninominali, la squadra di governo, i responsabili della campagna. Nei Comuni e nelle Regioni siamo fermi a un modello base che voglio cambiare perché mi sono stufato di perdere”
A cura di Annalisa Cangemi
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"Da noi è il Movimento che decide se cambiare il Movimento. E voglio che i nostri iscritti decidano sempre più su tutto ciò che è fuori dal mandato elettorale o dai punti del contratto". Il capo politico del M5S Luigi Di Maio, in un'intervista a Repubblica, parla della nuova organizzazione del Movimento e del difficile dossier sulle autonomie, per il quale traccia una roadmap.

"Ma non siamo e non saremo mai un partito – spiega – che, per noi, significa una struttura iperverticista dove decidono in pochi", "sono anni che io, Beppe e Davide (Casaleggio, ndr) non ci vediamo per prendere decisioni". A proposito dei flop elettorali in Abruzzo e Sardegna dice: "Chiedo cosa sia più corretto: accusare me perché non abbiamo preso il 42 percento alle Regionali sarde? O venire a chiedermi come ho fatto a prendere il 42 percento alle politiche? Quello che non accetto è la confusione tra voto politico e amministrativo. Alle politiche io ho cambiato lo schema. Ho scelto i candidati per i collegi uninominali, la squadra di governo, i responsabili della campagna. Nei Comuni e nelle Regioni siamo fermi a un modello base che voglio cambiare perché mi sono stufato di perdere". Il restyling del Movimento è alle porte, e le modifiche verranno sottoposte agli iscritti sulla piattaforma Rousseau. Sulla regola dei due mandati precisa: "A livello nazionale mai cambierà. Ma fare il consigliere comunale o il sindaco non è un privilegio come fare il consigliere regionale o il parlamentare". 

Poi minimizza le presunte tensioni con Beppe Grillo, che dopo la batosta elettorale dal palco di Catania ha commentato: "Forse non siamo all'altezza". Per Di Maio si tratta di "Una frase detta in uno spettacolo comico. Con Beppe ho parlato ieri, non c'è nessun problema con lui". Grillo ha detto poi che bisogna avere pazienza con il vicepremier pentastellato, per via dei suoi 32 anni: "Beppe lo dice sempre anche a me: è incredibile che tu abbia 32 anni. Ma non lo dice mai come una diminutio e io lo prendo sempre come un complimento. Anche se so che, avendo questa età, non è semplice farsi rispettare ovunque". 

Di Maio frena su una possibile alleanza con la Lega per le europee: "Non andremo mai in un raggruppamento che, oltre a essere di destra, comprende partiti di Paesi che ci hanno fatto la guerra per inasprire l'austerity". Replica inoltre a chi nel Movimento lo accusa di avere ceduto troppo alla Lega: "Mi contestano due senatrici su 330 e dopo essere state rielette, non prima. Le responsabilità me le prendo sempre, ma non è possibile che si utilizzino questi appuntamenti elettorali per fare discorsi da Prima Repubblica".

Quanto alle richieste delle Regioni del Nord, "noi sosteniamo l'autonomia ma non lo spacca-Italia – dice – All'ottimo ministro Stefani lo abbiamo detto chiaramente: permetteremo alle Regioni che lo chiedono di poter gestire alcuni servizi. Ma il percorso non sarà breve. Ci sarà una pre-intesa approvata in Cdm dopo un vaglio politico mio, di Salvini e di Conte. Poi il presidente inizierà una trattativa con i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Infine si andrà in Parlamento e lì i presidenti delle Camere decideranno se sarà emendabile o no il testo delle intese".

E proprio su questo è intervenuta in un'altra intervista sul Corriere della Sera, la ministra Stefani, sottolinenando che "questo governo si basa su un contratto, e le autonomie sono in quel contratto". L'obiettivo, ribadisce, è chiudere con Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna prima delle Europee. Stefani è soddisfatta dell'accelerazione di Salvini: "Certo il vedere il vicepremier che parla di momento storico dà una grande carica dopo tanto lavoro. Sarà lui che ora, al tavolo politico con il premier Conte e con il ministro Di Maio, scioglierà gli ultimi nodi politici". Ricorda che "la trattativa tra Stato e Regioni è in corso da luglio scorso. Oggi abbiamo un testo che ha l'ok del Mef sull'impianto finanziario e sottolineo che il nostro lavoro sull'autonomia è sempre stato condiviso sia con il premier che con tutti i ministeri coinvolti". 

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