Luigi Di Maio: “La flat tax va realizzata, ma non dovrà favorire i ricchi”
A poche settimane dall'inizio dell'iter legislativo per il varo della legge di bilancio, Lega e Movimento 5 Stelle si scontrano sulle priorità. Nella serata di ieri, Matteo Salvini ha dichiarato che le riforme prioritarie per il Paese, da realizzarsi nell'arco dell'intera legislatura, sarebbero state essenzialmente tre: flat tax, abolizione legge Fornero e pace fiscale. Di rimando, Luigi Di Maio ha subito ricordato all'alleato di governo che anche il reddito di cittadinanza è una priorità in un Paese con milioni di poveri.
Nella mattinata di oggi, tornando a parlare dei provvedimenti prioritari da inserire in manovra, Salvini ha dichiarato che il reddito di cittadinanza verrà introdotto al più presto, ma Di Maio ha invece criticato la flat tax, cavallo di battaglia della Lega, e avvertito gli alleati di governo: "La flat tax è nel contratto di governo. Va, dunque, realizzata. Tuttavia, non dovrà favorire le classi più agiate. Per quanto riguarda la prossima legge di bilancio non si può prescindere da reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero e anche dalla realizzazione di infrastrutture. Penso al Sud dove sono quasi inesistenti".
A proposito della soglia del deficit al 3%, il vicepremier Di Maio ha spiegato:"Stiamo decidendo come spendere i soldi che abbiamo e quanto utilizzare di investimenti in deficit per soddisfare quello che abbiamo garantito nel contratto. Vedremo in base alle esigenze. Taglieremo tutto quello che non serve nei ministeri e nella spesa improduttiva. Poi tutto quello che ci serve in più dovrà essere oggetto di contrattazione con la Ue. Inizia una fase in cui l'Italia a quei tavoli chiede di raggiungere degli obiettivi".
Tornando a commentare il ddl anticorruzione presentato ieri, Luigi Di Maio ha chiarito: "Corrotti e corruttori non vedranno più lo Stato, grazie al decreto anticorruzione che sarà varato entro la settimana: vale per politici e dirigenti pubblici ma anche per gli imprenditori con appalti nella pubblica amministrazione. Il decreto toglie le mani dalla marmellata a tanta gente, e se vieni preso con le mani nella marmellata non vedi più lo Stato, se sei un politico o un dirigente pubblico".