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Luigi Di Maio: “In Emilia-Romagna andiamo da soli, ma facciamo un contratto fino al 2023”

Luigi Di Maio ha rilanciato l’idea di firmare un contratto di governo con gli alleati: “Vogliamo un governo che duri tre anni ed è per questo che vogliamo rafforzarlo con un contratto che dica ai cittadini cosa e quando si farà”. Franceschini frena: “Lasciamo perdere i contratti, che per natura sono accordi tra controparti, garantiti da un notaio. Qui siamo alleati, non avversari”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Vogliamo un governo che duri tre anni ed è per questo che vogliamo rafforzarlo con un contratto che dica ai cittadini cosa e quando si farà". Luigi Di Maio ha rilanciato la sua proposta di un nuovo contratto di governo, su cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha mostrato un'apertura. In un'intervista rilasciata al ‘Messaggero' sulle elezioni regionali in Emilia-Romagna ha detto che "gli iscritti si sono espressi", ora apertura alle liste civiche che vorranno sostenere il progetto pentastellato: "Se non ci presentassimo tanti nostri simpatizzanti voterebbero per i sovranisti".

"Il M5s – ha aggiunto Di Maio – corre per portare avanti le sue idee e il suo programma. Certo il risultato non sarà semplice, ma lavoreremo con umiltà. Credo in un governo che fa le cose, che risponde alle esigenze dei cittadini e che li ascolta. La Lega e la Meloni passano le giornate a raccontare bugie, dopo aver votato la Fornero e dopo aver sostenuto Monti, gli italiani lo capiranno presto".

Secondo il capo politico dei pentastellati, il M5s non toglierà voti al Pd: "è il contrario. Se non ci presentassimo tanti nostri simpatizzanti voterebbero per i sovranisti". Di Maio ha parlato di "una grande riorganizzazione fra 15 giorni con il team del futuro: nascerà il primo organo politico del M5s. Venti persone che mi affiancheranno" e "le presunte notizie sul rapporto tra me e Grillo erano fake news".

Per quanto riguarda il dialogo tra Pd e Lega sulla legge elettorale ha precisato: "Come tutte le riforme deve partire da punto di partenza della maggioranza e poi arrivare alle opposizioni. Storicamente siamo a favore del proporzionale".

Franceschini boccia l'idea del contratto di governo

"Lasciamo perdere i contratti, che per natura sono accordi tra controparti, garantiti da un notaio. Qui siamo alleati, non avversari: non abbiamo bisogno delle firme, ma di un'intesa politica", ha detto il ministro della Cultura, e capo delegazione dem nell'esecutivo, Dario Franceschini.

"Il mondo è ancora più bipolare di un tempo" e "quando governi e devi fare delle scelte: o stai di qua o stai di là", ha aggiunto, "io non dico: ‘Venite nel centrosinistra', sia chiaro", "anzi, arrivo a dire: puoi anche decidere che la tua collocazione non sia permanente". Una riflessione poi sul fenomeno delle sardine: "È più avanti di noi. Perché non è solo un movimento anti-Salvini: si sono dati appuntamento in piazza con quel pretesto e hanno scoperto di essere un popolo con gli stessi valori. Lì in mezzo ci sono elettori Pd, elettori 5 Stelle, i riformisti: loro questa scelta di campo l'hanno già fatta, senza aspettare le nostre paturnie". Quanto alla legge elettorale, ha detto: "In oltre quarant'anni di proporzionale, l'Italia è rimasta, con Dc e Pci, un paese totalmente bipolare. Invece quando siamo passati al maggioritario abbiamo vissuto anni di trasformazioni e ribaltoni. Io penso che si possa andare verso un sistema proporzionale senza mettere per forza in discussione il bipolarismo".

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