Luigi Di Maio è stato ufficialmente nominato inviato speciale dell’Ue nel Golfo Persico
Ora è ufficiale: Luigi Di Maio è l'inviato speciale dell'Unione europea nel Golfo Persico. L'ex ministro degli Esteri, indicato dall'Alto Rappresentante Ue Josep Borrell, ha ricevuto l'ultimo via libera per l'incarico questa mattina, durante il Consiglio Affari Sport in corso a Bruxelles. L'ultima tappa per il via libera finale era proprio il primo Consiglio Ue utile alla ratifica, tanto che non c'è stata neanche discussione tra i rappresentati dei Paesi europei, ma un semplice ok. La scorsa settimana era arrivato un altro via libera, quello del Coreper. Insomma, nonostante le polemiche tutte italiane, alla fine per Di Maio è arrivato l'incarico.
L'ex ministro degli Esteri, che è stato considerato da Borrell per il ruolo proprio per via del suo passato alla Farnesina (e anche dei rapporti tessuti insieme a Draghi durante la crisi del gas e lo stop all'importazione dalla Russia), avrà uno stipendio di tutto rispetto: tra i 13mila e i 16mila euro al mese, a seconda dei viaggi che dovrà fare all'estero. Di Maio godrà anche dello status di diplomatico e manterrà l'incarico per un totale di quasi due anni: 21 mesi, per la precisione, visto che il mandato dovrebbe partire dal prossimo primo giugno e scadere il 28 febbraio del 2025.
"Sono onorato di essere stato incaricato dall'Alto Rappresentante Borrell e dagli Stati membri dell'Ue come primo inviato speciale per la regione del Golfo – ha twittato Di Maio – È una grande responsabilità. Sono pronto a impegnarmi, ascoltare e trovare, insieme ai membri dell'Ue e ai nostri partner regionali, il modo migliore per rafforzare insieme la nostra sicurezza e prosperità".
La nomina di Di Maio ha creato polemiche praticamente solo in Italia. La Lega – con l'ex collega vicepremier Matteo Salvini in testa – ha criticato duramente l'Ue e Borrell per la decisione. Il leader della Lega ha chiesto un ripensamento dicendo che ci sono "curriculum migliori", mentre il partito l'ha definita una "scelta vergognosa". Poi, la scorsa settimana, è intervenuto anche il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. L'esponente di Forza Italia ha detto di vergognarsi di Di Maio, arrivando a definirlo un "somaro". Non proprio un bel biglietto da visita, ma forse più per Gasparri che per Di Maio.