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Luigi Di Maio: “Carcere per i grandi evasori: è una lotta che non si può fare da timidi”

“Noi ci aspettiamo che quando si approverà il testo della legge di Bilancio si possa inserire il carcere per i grandi evasori e la confisca per sproporzione. Significa che chi evade e viene beccato con le mani nel sacco, non solo lo punisci ma gli confischi quello che ha comprato grazie ai soldi dell’evasione e anche più dell’equivalente dell’evasione”: così il leader M5S, Luigi Di Maio, dal Consiglio Affari Esteri in Lussemburgo.
A cura di Annalisa Girardi
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"La lotta all'evasione non la si può fare da timidi, bisogna essere decisi e chiari. Per me in Italia la lotta all'evasione la si può fare in tanti modi, anche incentivando l'uso delle carte di credito, post pay e banco posta. Però la lotta all'evasione significa anche contrastare i grandi evasori. Noi ci aspettiamo che quando si approverà il testo della legge di Bilancio si possa inserire il carcere per i grandi evasori e la confisca per sproporzione". Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader politico del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio parlando della manovra economica a margine del Consiglio Affari Esteri in Lussemburgo. "Significa che chi evade e viene beccato con le mani nel sacco, non solo lo punisci ma gli confischi quello che ha comprato grazie ai soldi dell’evasione e anche più dell’equivalente dell’evasione", ha quindi aggiunto Di Maio.

Nei giorni scorsi, nel discutere la Nota di aggiornamento al Def (Nadef), in molti avevano sottolineato l'urgenza di discutere il problema dell'evasione fiscale nel nostro Paese nel quadro della manovra economica. Parlando di una riforma fiscale, il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, aveva affermato che "in questo contesto la Banca d'Italia guarda con favore a iniziative che incentivino l'uso di strumenti di pagamento tracciabili, che tendono a ridurre i tempi e i costi delle transazioni e che possono contribuire a contrastare, oltre all'evasione, altri comportamenti illegali". Signorini aveva quindi aggiunto l'importanza di includere un intervento sui costi dei pagamenti elettronici nella manovra.

Gian Carlo Blangiardo, il presidente dell'Istat, sempre in riferimento alla stesura della Nadef aveva invece puntato il dito contro "la persistenza di livelli elevati di evasione fiscale e contributiva" per spiegare le difficoltà di "rafforzamento, capacità competitiva e di crescita del nostro Paese", nonché "dell'efficacia e dell'equità delle politiche pubbliche".

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