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Luigi Di Maio avverte Matteo Salvini: “Chi tradisce il contratto di governo tradisce il Paese”

Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, torna a rassicurare Giuseppe Conte dopo il suo appello di ieri: “Nessuno vuole vivacchiare”, garantisce. Ma lancia anche un chiaro messaggio al leader della Lega Matteo Salvini: “Chi tradisce questo contratto tradisce il Paese. Ed io di sicuro non voglio tradire i cittadini che continuano a credere in questo governo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’appello del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sembra non essere ancora sufficiente. La tregua tra Lega e Movimento 5 Stelle per ora non regge, come ha dimostrato l’ennesimo scontro sul decreto Sblocca cantieri di ieri sera. Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, parla di quanto sta accadendo nell’esecutivo in un’intervista al Corriere della Sera e rivolge un chiaro messaggio al suo alleato Matteo Salvini: “Chi tradisce questo contratto tradisce il Paese. Ed io di sicuro non voglio tradire i cittadini che ci hanno dato fiducia e continuano a credere in questo governo”. Di Maio parte da una rassicurazione rivolta soprattutto a Conte: “Nessuno vuole vivacchiare”, dice riprendendo le parole dello stesso presidente del Consiglio. E sottolinea che il Movimento 5 Stelle “ha sempre dimostrato lealtà a questo governo: vogliamo andare avanti per continuare a dare risposte agli italiani. Non c’è altro tempo da perdere. Le parole più belle sono i fatti”.

Le distanze con la Lega però rimangono. Ma non sono un problema, secondo Di Maio: “Il contratto è servito e serve proprio a questo, a trovare temi condivisi. Basta seguire il contratto e realizzare ogni singolo punto. Sapevamo di essere due forze politiche differenti ma siamo accomunati da un contratto che mette al primo posto solo provvedimenti che servono a rilanciare il Paese e tutelano i diritti dei cittadini”. Il capo politico del M5s si augura che si possa tenere un vertice “il prima possibile”, mettendosi “a completa disposizione”. Ma per ora non si parla di un aggiornamento del contratto di governo: “Prima realizziamo tutti i punti”. Sui temi da affrontare con priorità il ministro del Lavoro non ha dubbi: “Penso sia fondamentale fare il salario minimo così come il decreto famiglia”. Ma c’è anche una apertura per realizzare subito, discutendone, due proposte della Lega: flat tax e autonomie.

Più ambigua la risposta sulla fiducia che ripone in Salvini: “Noi siamo sempre stati leali. E mi faccia dire una cosa: chi tradisce questo contratto tradisce il Paese. Ed io di sicuro non voglio tradire i cittadini che ci hanno dato fiducia e continuano a credere in questo governo”. In ogni caso Di Maio assicura che non c’è mai stato nulla di personale contro il leader della Lega: “Io non ho mai avuto nulla e non avrei motivo di avere nulla contro Salvini. Mi dispiace solo quando si attaccano i nostri ministri, lo dico francamente. Perché se siamo una squadra si lavora da squadra. Ci vuole lealtà. Ora la decisione è semplice: vogliamo continuare a lavorare per il Paese. Il M5s c’è, già gliel’ho detto, seguendo passo passo i punti del contratto”.

Il rimpasto di governo è un argomento che il capo politico M5s per ora non vuole affrontare: “A noi le poltrone non interessano. Quello che posso dirle è che in questi giorni ho sentito troppi attacchi ai ministri del Movimento. Agli italiani non interessa nulla del rimpasto e nemmeno delle polemiche o degli attacchi. Gli italiani vogliono vederci lavorare. Ed è quello che dobbiamo fare. Basta messaggi virtuali, ribadisco: io voglio solo lavorare seriamente”. Di Maio assicura che comunque non lascerà il ministero dello Sviluppo economico e annuncia cambiamenti all’interno del Movimento, a partire dai doppi incarichi, come dimostrato con la questione dei probiviri. Infine, il vicepresidente del Consiglio commenta le affermazioni del presidente della Camera Roberto Fico sul 2 giugno: “Erano una provocazione? Roberto non è un provocatore, quindi no. Sinceramente, io non condivido il suo pensiero, ma non è un mistero che siamo molto diversi. Per me il 2 giugno è prima di tutto la festa di tutti i cittadini per bene. Credo che quando si fanno distinzioni sia da una parte, sia dall’altra, si sbagli sempre. Se celebriamo la festa della Repubblica non c’è motivo di schierarsi, perché quando ci si schiera ci si divide. Bisogna unirsi”.

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