L’Ue promuove la prima manovra Meloni, ma boccia le misure su Pos e contanti
"Nel complesso, la Commissione europea ritiene che il progetto di Bilancio dell'Italia sia in linea con gli orientamenti contenuti nella raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022". Con queste parole la Commissione Ue guidata da Ursula Von der Leyen ha sostanzialmente promosso la prima manovra del governo Meloni. Le ipotesi macroeconomiche alla base delle misure di politica fiscale sono "plausibili" e la valutazione della Commissione "è sostanzialmente in linea con quella del governo".
Meloni incassa il primo sì, ma anche molte critiche più o meno dirette: "L'Italia non ha ancora compiuto progressi per quanto riguarda la parte strutturale delle raccomandazioni di bilancio". La Commissione Ue ha ricordato anche al governo di concentrare gli aiuti contro il caro energia "sulle famiglie più vulnerabili e sulle imprese più esposte, per mantenere gli incentivi a ridurre la domanda di energia e per ritirarle quando la pressione sui prezzi dell'energia diminuisce".
Il passaggio più criticato è quello sulle misure "non sono in linea" con le raccomandazioni specifiche per l'Italia sulla lotta all'evasione fiscale. Parliamo dell'aumento al tetto dei contanti da duemila a cinquemila euro, della mini pace fiscale sulle cartelle sotto ai mille euro – che la Commissione giudica "equivalente a un condono" – e del limite a 60 euro per rifiutare pagamenti con il Pos, che verrà in ogni caso portato a 40 euro. Dice Bruxelles:
Il progetto di bilancio prevede misure che non sono coerenti con le precedenti raccomandazioni specifiche per il Paese. Il 9 luglio 2019 il Consiglio ha raccomandato all'Italia, tra le altre cose, di combattere l'evasione fiscale, soprattutto sotto forma di omessa fatturazione, anche rafforzando l'uso obbligatorio dei pagamenti elettronici, anche attraverso soglie legali più basse per i pagamenti in contanti, e di attuare pienamente le riforme pensionistiche passate per ridurre la quota delle pensioni nella spesa pubblica.
Per l'Ue, infatti, non è in linea nemmeno "il rinnovo, con criteri di età più severi, nel 2023 dei regimi di pensionamento anticipato scaduti a fine 2022". La cosiddetta Quota 41.
La Commissione ricorda anche all'Italia di accelerare sulla riforma fiscale, riducendo le imposte sul lavoro e aumentando l'efficienza del sistema. Tra i richiami c'è anche quello sulla riforma del catasto, bloccata proprio dal centrodestra lo scorso anno.