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Guerra in Ucraina

L’Ue lavora al sesto pacchetto di sanzioni alla Russia, che potrebbe colpire anche il petrolio

Questa volte le sanzioni alla Russia potrebbero colpire il petrolio. A comunicarlo è il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, che ha spiegato come Bruxelles sia al lavoro per un sesto pacchetto di misure contro Mosca.
A cura di Annalisa Girardi
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L'Unione europea è al lavoro su un sesto pacchetto di sanzioni alla Russia. E questa volte le misure contro Mosca potrebbero colpire il petrolio. A comunicarlo è il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, durante un briefing con la stampa a Bruxelles. Della possibilità di un embargo alle importazioni in Europa di petrolio russo aveva parlato nei giorni scorsi la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ma per il momento non ci sarebbe ancora nulla di definito. Il portavoce della diplomazia europea, Peter Stano, ha aggiunto che sia le istituzioni europee che gli Stati membri siano stati "molto chiari sulla necessità di continuare a lavorare per ulteriori sanzioni". E ancora: "Quando arriverà il momento verranno annunciate. Abbiamo approvato cinque round di sanzioni: le nuove misure vengono discusse dagli Stati membri. Non possiamo dare dettagli, ma il lavoro continua fin dall'adozione del quinto pacchetto. Continuiamo a sostenere l'Ucraina e chiediamo alla Russia di fermare tutte le azioni illegali ed illegittime di aggressione contro Kiev".

Il portavoce della Commissione ha anche affrontato il tema delle armi inviate in Ucraina: "Dare all'Ucraina più armi per aumentare le capacità dell'esercito nel difendere il Paese non significa favorire la guerra – ha detto – La guerra può finire oggi se lo decide la Russia, non dipende dal supporto che l'Unione Europea sta fornendo a un Paese colpito in maniera indiscriminata da Mosca". Mamer ha quindi proseguito affermando che la priorità ora sia fornire sostegno ai rifugiati ucraini e al tempo stesso finanziare la capacità del Paese di resistere all'aggressione russa.

La Russia, dall'altra parte, appare sempre più isolata. Stano ha sottolineato come l'Unione stia continuando anche a "lavorare a livello internazionale per aumentare la pressione su Vladimir Putin affinché fermi la guerra". Anche secondo Stano più armi a Kiev non significa più guerra: "Più armi per l'Ucraina significa più capacità dell'esercito ucraino di difendere il suo Paese e il suo popolo, che viene distrutto in una maniera indiscriminata e fuori controllo dalla Russia". Stano quindi ha concluso: "La Russia è un membro del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, quindi il quadro in cui tentiamo di trovare una soluzione è quello delle Nazioni Unite. Perché questa non è solo un'aggressione contro l'Ucraina, ma anche un'aggressione alla Carta delle Nazioni Unite, contro il diritto umanitario internazionale e contro i principi sui quali la nostra civiltà è fondata. È una sfida aperta alle regole internazionali e deve essere risolta e fermata dalla comunità internazionale, unendo le forze per costringere la Russia a fermare questa aggressione illegittima e illegale contro l'Ucraina e il suo popolo".

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