L’Ue ha deciso i controdazi per rispondere agli Usa, quali prodotti diventeranno più cari

L'Unione europea inizia a mettere in atto la sua strategia per rispondere ai rincari imposti da Trump. Non si parla ancora dei dazi "reciproci" annunciati a inizio aprile dal tycoon – quelli nettamente più pesanti che da domani colpiranno tutte le importazioni dall'Ue – ma di quelli su acciaio e alluminio decisi oltre un mese fa e entrati in vigore il 12 marzo.
La Commissione europea ha inviato ieri agli Stati membri un elenco dei prodotti statunitensi che saranno colpiti dai dazi: ci sono le Harley Davidson, i jeans Levi's, il succo d'arancia e il burro d'arachidi, ad esempio. Ma non il whisky, che è stato escluso. L'elenco dovrà essere approvato formalmente domani. Intanto, il governo Meloni con il vertice di ieri ha tracciato alcuni possibili interventi per aiutare le imprese italiane a fronteggiare i dazi.
Quali sono i controdazi europei, quando partono e che prodotti colpiscono
La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha fatto sapere ieri che la proposta europea a Trump è di arrivare a "dazi ‘zero contro zero'", cioè nessuna tariffa da una parte e dall'altra, "per i beni industriali". Per adesso è arrivato un ‘no' da Washington, anche se i negoziati continuano.
Nel frattempo è stato steso un elenco dei primi controdazi che colpiranno gli Stati Uniti, in risposta alle tariffe su acciaio e alluminio entrati in vigore il 12 marzo. La prima tranche di controdazi europei partirà dal 15 aprile, mentre una seconda dal 15 maggio. Per la maggior parte si tratterà di dazi al 25%, con alcune eccezioni al 10%. Queste saranno le tariffe che, per i beni interessati, potrebbero portare un rialzo dei prezzi per i consumatori europei.
Stando a numerose ricostruzioni di stampa, tra i prodotti colpiti dai dazi ci saranno le motociclette Harley Davidson, gli yacht di grandi dimensioni, i jeans Levi's, il burro d'arachidi, il succo d'arancia, il mais. Rispetto all'elenco diffuso alcune settimane fa, invece, è stato escluso il whisky statunitense. È probabile che, dopo la minaccia di Trump di colpire i vini europei con dazi al 200% in caso di tariffe sul whisky americano, Paesi come Francia e Italia come sul vino puntano molto abbiano chiesto alla Commissione di non correre questo rischio.
C'è poi un secondo elenco di prodotti americani che saranno colpiti dai dazi a partire dal 15 maggio. Tra questi ci sono ad esempio diamanti, alimentari (uova, noci, pollame e salsicce), ma anche beni di consumo (filo interdentale, carte da gioco, elettrodomestici) e prodotti per l'industria, tra cui acciaio e alluminio, tessuti, plastiche. Anche in questo caso sono spariti dei prodotti che in passato erano stati annunciati: i latticini come burro, yogurt, latte e formaggi.
Un aspetto che va sottolineato è che questi dazi non dovrebbero portare immediatamente a rincari nei negozi. Da quando entrano in vigore serviranno alcuni mesi prima che il loro peso si faccia effettivamente sentire sulla aziende in Europa che importano dagli Stati Uniti, e quindi ci sia la necessità di alzare i prezzi.
Il piano del governo Meloni
Ieri anche il governo Meloni si è riunito, dopo una giornata di crisi sulla Borsa italiana (come su quelle internazionali, mentre stamattina la Borsa di Milano ha aperto in crescita), per decidere in che direzione muoversi. La presidente del Consiglio in una nota ha detto che "ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi", che "una guerra commerciale non avvantaggerebbe nessuno" e che si attueranno gli "strumenti necessari per sostenere le imprese"
In particolare, tra le ipotesi non ci sarebbe quella di un programma di aiuti come in Spagna, costato 14 miliardi di euro, ma degli interventi più mirati (e meno costosi). Si potrebbero assistere le imprese italiane che hanno intenzione di esportare altrove rispetto agli Usa. Così come il governo vorrebbe premere per sospendere o allentare alcune delle norme legate al Green deal, per ‘liberare' le aziende dagli obblighi ambientali.
Il problema per gli aiuti sarà trovare i soldi. Starebbe circolando da una parte la proposta di sospendere il Patto di stabilità e quindi i paletti di bilancio europei (già avanzata pubblicamente dal ministro Giorgetti). Dall'altra, si potrebbe pensare di usare i soldi del Pnrr. Sfruttando i fondi non usati per Transizione 5.0 – un piano per le aziende che però, anche perché era considerato troppo macchinoso e complesso, in buona parte non è stato utilizzato dagli imprenditori – si potrebbero ricavare diversi miliardi di euro. Si parla comunque di un piano che dovrà essere eventualmente approvato dalla Commissione europea, e richiederà del tempo.
Nel frattempo, restano le indiscrezioni su un viaggio di Giorgia Meloni a Washington per incontrare Donald Trump. Potrebbe svolgersi il 16 o il 17 aprile, poco dopo l'entrata in vigore dei primi controdazi europei, e subito prima che il vicepresidente JD Vance visiti l'Italia.