L’Ue a sostegno della libertà di stampa: “La guerra di Putin è anche nella manipolazione dei media”
Sono passati ormai cinque anni dalla morte di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese uccisa mentre lavorava a delle inchieste sulla corruzione nel suo Paese. E il Parlamento europeo continua a ricordarla e a sostenere la libertà di stampa in tutta l'Unione assegnando un premio a suo nome. Che quest'anno è andato a I giornalisti Clément Di Roma e Carol Valade per il documentario "The Central African Republic under Russian influence", che parla appunto di come il Cremlino, attraverso il sostegno alle ribellioni in Repubblica Centrafricana con i battaglioni Wagner, sia al lavoro per far valere i propri interessi nel continente.
"In questi mesi in cui la sanguinosa invasione russa dell’Ucraina ha stravolto il piano delle priorità politiche dell’Unione Europea, si è compreso in modo più forte quanto le interferenze russe nei nostri sistemi informativi siano un pezzo del conflitto; il regime di Vladimir Putin gioca un pezzo importante della sua guerra ibrida nella distorsione delle informazioni, nel rovesciamento della realtà e della storia, nel tentativo costante di criminalizzazione del popolo e del governo ucraino", ha commentato la vicepresidente del Parlamento europeo ed esponente del Partito democratico, Pina Picierno, nel corso del seminario ‘Garantire la libertà di informazione: il ruolo dell'Unione Europea' svoltosi a Strasburgo, durante il quale è stato appunto assegnato il premio in memoria della giornalista maltese.
Picierno: "Il primo attacco allo Stato diritto colpisce sempre la stampa libera"
Picierno ha quindi proseguito: "La disinformazia del Cremlino si avvale di raffinate modalità di propaganda che hanno messo nel corso del tempo nel loro mirino il Parlamento e le istituzioni europee, gettando discredito e cercando di far germogliare tra la popolazione europea un sentimento di avversità costruito ad arte. Per questo ritengo che il lavoro che ogni giorno svolgono giornalisti e operatori dell'informazione sia essenziale per il mantenimento di uno alto standard democratico delle nostre società".
Per poi sottolineare come le sfide per la libera informazione siano aumentate nel corso degli anni, anche con la diffusione dei social media e un "eccesso di informazioni" che rende "tutto instabile ed esposto a fake news e tentativi di manipolazione". Quindi la vicepresidente del Parlamento europeo ha concluso: "Se non si crede più in nessuno, si finisce con il credere a tutto. E questo accade sempre a danno dei più deboli, dei più marginali, di chi non ha potere e strumenti. Anche per questo siamo consapevoli che il primo attacco allo stato di diritto e alla stabilità di uno Stato colpisce sempre prima la stampa libera".
Metsola: "Non c'è democrazia senza libertà di stampa"
Durante il seminario hanno preso la parola anche il figlio delle giornalista maltese, Matthew Caruana Galizia, che oggi dirige la Daphne Caruana Foundation ed è lui stesso un giornalista di inchiesta, e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Che ha detto: "Questo premio manda un messaggio forte: il Parlamento europeo sta dalla parte della verità, della giustizia e del giornalismo indipendente, Una democrazia forte ha bisogno di una stampa forte. E non c'è democrazia senza libertà di stampa. In Europa, diritti e libertà rappresentano degli obiettivi per i quali ci battiamo, non degli ostacoli".
Infine, è intervenuto anche, via videomessaggio, il premio Nobel per la Pace 2021 Dmitry Muratov, co-fondatore della Novaya Gazeta, il più antico e unico organo di informazione indipendente della Russia. Muratov ha parlato delle conseguenze della guerra in Ucraina, di Vladimir Putin e della distruzione dell'informazione indipendente in Russia. "Il sostegno a media e giornalisti esiliati deve continuare, in tutto il mondo. C'è questa frase che dice che la verità è la prima vittima, in una guerra. Non è una cosa buona. Diamo alla verità un'occasione per sopravvivere", ha concluso.