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Luca Zaia vuole i soldi del Pnrr che le altre Regioni (soprattutto al Sud) non riescono a spendere

“Non ne faccio una questione geografica, direi la stessa cosa se non riuscisse a spenderli il Veneto”. Il governatore Luca Zaia propone di girare i soldi del Pnrr che alcune Regioni non riescono a spendere a quelle con la capacità di realizzare le opere. Intanto la Commissione Ue ritarda un pagamento all’Italia: tra le opere sotto osservazione anche il Bosco dello Sport a Venezia.
A cura di Annalisa Girardi
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Se le Regioni del Mezzogiorno non riescono a spendere tutte le risorse del Pnrr, meglio girare quei soldi a chi riesce a realizzare le opere. "Ma non ne faccio una questione geografica, direi la stessa cosa se non riuscisse a spenderli il Veneto": lo dice Luca Zaia, parlando dei ritardi al Recovery Plan e delle difficoltà di alcune Regioni a impiegare tutti i fondi a disposizione. In un'intervista a Libero il governatore del Veneto precisa: "C'è questa nenia che l'Italia non usa i fondi comunitari: bene, è ora di cominciare a dire chi non li usa. Se a noi ne dessero il doppio non avremmo problemi a spenderli".

Le difficoltà di spendere tutti i soldi del Pnrr

Il dibattito sui ritardi legati al Pnrr e sulla capacità di tutti gli enti coinvolti a spendere i fondi europei è scoppiato dopo che la Commissione Ue ha ritardato di un mese l'erogazione di una tranche di pagamenti. Lo stesso ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, aveva ammesso l'impossibilità di realizzare alcuni progetti entro la scadenza prevista. "Alcuni interventi non possono essere realizzati entro il 2026, è matematico che sia così. Dobbiamo dirlo chiaramente e non aspettare il 2025 per aprire il dibattito su di chi sia la colpa".

Fitto aveva messo in chiaro la situazione durante la presentazione dell'ultima relazione della Corte dei Conti. Che, allo stesso modo, ha messo nero su bianco le difficoltà dell'Italia a spendere tutti i soldi in arrivo da Bruxelles. Di 67 miliardi di euro già ricevuti, solo 10 sarebbero stati effettivamente messi a terra.

Il Bosco dello Sport di Venezia sotto osservazione della Commissione Ue

Il governo, confermando lo slittamento di un mese nel pagamento dall'Unione europea, aveva sottolineato che questo tempo fosse necessario ai tecnici di Bruxelles per verificare l'andamento di alcuni progetti. In particolare, aveva citato tre misure "oggetto di ulteriore approfondimento", specificando che queste "erano state approvate dal precedente governo". Queste sono le concessioni portuali "per le quali la Commissione ritiene necessario un ulteriore approfondimento, proponendo di limitarne la durata massima"; le reti di teleriscaldamento "per le quali la Commissione ha messo in dubbio l'ammissibilità di alcuni interventi"; e i Piani Urbani Integrati, "per i quali la Commissione ha contestato l'ammissibilità degli interventi relativi al "Bosco dello Sport" di Venezia e allo "Stadio Artemio Franchi" di Firenze".

Per quanto riguarda il progetto veneziano, i dubbi riguarderebbero l'impatto ambientale e sociale, fattori fondamentali nell'erogazione dei fondi. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha fatto sapere in una nota di aver già fornito tutti i chiarimenti necessari ai ministeri competenti, che si occuperanno poi di inoltrarli agli uffici europei. "Il governo italiano, Venezia, Firenze ed Anci saranno insieme in modo trasversale fornendo tutti i chiarimenti e le osservazioni per ribadire la correttezza della procedura adottata", si legge in una nota.

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