Luca Zaia dice che non si candiderà a segretario della Lega: cosa sta succedendo nel Carroccio
Luca Zaia non si candiderà a segretario della Lega. "Decisamente no, non rientra nei miei programmi ad oggi", ha assicurato il governatore veneto in un'intervista a Tg1 Mattina, dove è stato incalzato sulle spaccature interne al partito. "È come dice Carducci, mia madre è mia madre. La Lega è la Lega e basta. È inevitabile che in un partito che è presente in tutta Italia ci sia un tema identitario. C'è, ma si trova una sintesi: questa è l'autonomia, che è l'oggetto sociale della Lega", ha aggiunto.
Insomma Zaia, esponente di spicco nel partito e simbolo della base storica del partito, non avrebbe alcuna intenzione di mettere in discussione la leadership di Matteo Salvini. Ma certamente nella Lega le acque sono agitate. E il crollo di consensi alle ultime elezioni certificherebbe la necessità di un cambio di passo.
L'accusa a Salvini è quella di aver dimenticato le istanze del Nord, mentre si operava per rendere la Lega un partito nazionale. E ora in quei territori si spinge per un ritorno alle origini. Il Comitato per il Nord lanciato dal fondatore del Carroccio, Umberto Bossi, ne è un esempio. Una scissione, come ribadito anche da Zaia, non la vuole nessuno. Il passo di lato del Capitano, invece, sarebbe auspicato da molti.
Proprio in Veneto la vittoria del centrosinistra alle amministrative in una città come Verona, così come il sorpasso di Fratelli d'Italia alle politiche nella Regione, non lascia molti margini all'interpretazione. I congressi provinciali sarebbero un altro segnale in tal senso, una esplicita messa in discussione della classe dirigente e le sue scelte.
Un ritorno all'identità originaria, ma anche una richiesta di maggiore rilevanza dopo anni in cui il segretario ha preso pressoché tutte le decisioni. Anni in cui Salvini ha sì portato la Lega a picchi di consensi mai visti dal partito, ma ne ha anche ridipinto l'immagine.
Un'immagine che ora, dopo il flop alle ultime elezioni, risulta ancora più contrastante con l'identità originaria della Lega. Un malessere che al Nord appare ormai incontenibile. La fronda nordista, insomma, sta tornando a reclamare i suoi spazi e per Salvini si prospettano settimane complicate.