Luca Zaia a Fanpage: “Quella per clima è battaglia di tutti. Autonomia? È il futuro, centralismo è Medioevo”
È un'intervista che tocca moltissimi temi, quella di Fanpage.it con il governatore del Veneto Luca Zaia. In primis quello dell'Ambiente. Nella Regione è stato dichiarato lo stato di emergenza a causa del maltempo, che ha colpito fortemente il territorio causando oltre un miliardo di danni. "Sono stati danni importanti, causati da un evento catastrofico che è durato tanto. Valgono oltre un miliardo di euro, riguardano migliaia di cittadini e imprese, a cui si aggiungono ovviamente tutti i danni subiti dal patrimonio pubblico, che valgono circa 100 milioni di euro", spiega il governatore.
Secondo l'esponente della Lega i cambiamenti climatici "sono fisiologici", ma "è altrettanto vero che il clima oggi subisce un intervento dell'uomo che è pauroso". Ci vuole una cultura del rispetto dell'ambiente – afferma Zaia – che per questo guarda alle nuove generazioni: "La via ce la indicano i ragazzi. Dobbiamo essere al fianco dei ragazzi su questa battaglia e i ragazzi devono capire che non dev'essere una battaglia politica. È una battaglia di tutti noi. Questa è la vera no fly zone sulla quale tutti dobbiamo stare".
Il governatore parla anche della sua posizione sul fine vita: "Questo è un argomento delicatissimo. Ci sono dei cittadini malati terminali che ci chiedono di poter gestire il loro fine vita. Io penso che questa gestione del fine vita non debba avvenire in virtù di una sentenza che è la sentenza del 2019. In un Paese civile uno si aspetta che ci sia una legge che regolamenta tutto questo. Se questa legge non la si farà per scelta, lo dovremo fare poi per obbligatorietà, per necessità, visto e considerato che il tema è un tema importante".
Parlando proprio di questioni legate alla sanità, Zaia sottolinea che la pandemia sia stata una sorta di spartiacque: "Governo questa Regione da 13 anni, abbiamo voluto investire in maniera importante sulle nuove tecnologie, quindi la telemedicina e l'intelligenza artificiale. Ovviamente non vengono meno i fattori più importanti, che sono le risorse umane". Una criticità che il governatore leghista si trova a dover affrontare è proprio legata a quest'ultimo aspetto: "Dobbiamo prendere atto che mancano tra i 45mila e i 50mila medici nel Paese, in Veneto ne mancano 3.500", sottolinea. Per poi affermare che una soluzione potrebbe sicuramente essere eliminare il numero chiuso alla facoltà di Medicina: "È assurdo selezionare chi vuole fare Medicina con un test di ingresso a 18 anni, appena finite le superiori, magari noi stiamo scartando dei grandi futuri chirurghi. Però, detto questo, c'è anche un'altra soluzione. I medici ospedalieri a 70 anni sono obbligati ad andare in pensione. Molto spesso questi medici sono delle star della medicina, noti a livello internazionale, sul quale il pubblico ha investito per anni. E quando sono obbligati ad andare in pensione nel pubblico, semplicemente attraversano la strada e vanno a lavorare nel privato perché lì possono lavorare".
Alla domanda se non teme che con l'Autonomia differenziata si acuiscano i divari territoriali tra Nord e Sud, anche ad esempio in sanità, Zaia risponde: "C'è un esempio eclatante, che è quello di un Paese che conosce le autonomie in maniera viscerale. La Germania, che non ha avuto minata la sua unità nazionale ed eroga servizi uguali in tutto il territorio nazionale. L'Autonomia è una vera scelta di responsabilità, una scelta di modernità. Chi sceglie il centralismo sceglie il Medioevo".
Infine, l'immigrazione. "Il Veneto in questi anni ha dato ospitalità a quasi 600mila migranti. L'11% della popolazione veneta viene da fuori e si è integrata perfettamente. I veneti conoscono la solidarietà, però la voglio erogare solo a chi è veramente profugo, chi scappa dalla morte e dalla fame. Noi in questo momento viviamo una difficoltà, il fatto che stiamo ospitando più di 9mila persone", afferma il governatore. Per poi concludere: "Vediamo i dati nazionali che ci dicono che l'anno scorso sono arrivati 105mila migranti per la rotta del Mediterraneo, quest'anno probabilmente saranno più del doppio. La solidarietà non si nega a chi scappa dalla fame. Però non possiamo neanche giustificare il comportamento europeo, che è scandaloso, perché percepisce ancora Lampedusa come il confine italiano. Mentre il migrante che arriva percepisce Lampedusa la percepisce come il confine europeo".