Una circolare per chiedere maggiore velocità nella valutazione delle richieste di asilo politico, ma anche per imprimere una svolta netta nella concessione dei permessi per motivi umanitari. È questa l’ultima mossa di Matteo Salvini sul fronte dell’accoglienza dei migranti che sbarcano sulle nostre coste. Nella circolare, inviata a prefetti e presidenti delle commissioni e sezioni territoriali che si occupano del riconoscimento delle forme di protezione internazionale, si considera come il numero di persone che abbiano fatto richiesta di protezione lo scorso anno sia stato superiore alle 130mila unità, finanche superiore a quello dei migranti effettivamente sbarcati: al momento, dunque, le domande da esaminare sono oltre 137mila. Per il ministro dell’Interno è prioritario snellire i tempi per l’esame delle istanze (questione su cui avevano lavorato anche Orlando e Minniti), anche perché nel frattempo chi ha fatto domanda deve essere ospitato nei centri di accoglienza e ciò, scrive il ministro, “comporta rilevanti oneri a carico dell’Erario”.
Il punto centrale è però un altro e riguarda l’esito delle domande. Negli ultimi cinque anni, la percentuale del riconoscimento dello status di rifugiato è stata del 7%, di protezione sussidiaria del 15%, di permessi per motivi umanitari del 25% (28% lo scorso anno). Come noto (qui la scheda completa su RedattoreSociale):
il rifugiato è colui che è riconosciuto, in base ai requisiti stabiliti dalla convenzione di Ginevra del 1951,“nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato”. C’è poi il beneficiario di protezione sussidiaria, cioè colui che, pur non rientrando nella definizione di rifugiato, necessita di una forma di protezione internazionale perché in caso di rimpatrio sarebbe in serio pericolo a causa di conflitti armati, violenza generalizzata o per situazioni di violazioni massicce dei diritti umani. Infine si riconosce la protezione umanitaria, a colui che, pur non rientrando nelle categorie sopra elencate di rifugiato e beneficiario di protezione sussidiaria, viene reputato come soggetto a rischio per gravi motivi di carattere umanitario.
In sintesi, per Salvini sono troppi i permessi di questo tipo, tanto da ritenere non più rimandabile una stretta sulla concessione di queste tipologie di protezione umanitaria. Nella lettura del ministro, infatti, in questi anni “il permesso di soggiorno per motivi umanitari è stato concesso in una varia gamma di situazioni collegate allo stato di salute, alla maternità, alla minore età, al tragico vissuto personale, alla permanenza in Libia”, tanto da essere considerato “uno strumento premiale dell’integrazione”. Una tipologia di protezione che viene “rinnovata in via automatica” alla scadenza dei due anni inizialmente previsti. Per il Viminale, dunque, è necessario richiamare le Commissioni a effettuare esami più rigorosi e a concedere i benefici solo per “seri motivi”, specificando che "una singola circostanza" di difficoltà non basta di per se a garantire la concessione della protezione a un richiedente. In pratica, per migranti feriti durante il viaggio o persone con disabilità e problemi di altro tipo sarà molto più difficile ottenere la protezione internazionale. Il ministro ha poi precisato che per "donne incinte e bambini" non c'è nessun cambiamento (del resto, ci sono specifiche norme a tutela, ndr).
Salvini scrive di “confidare nella massima attenzione delle Commissioni e Sezioni Territoriali per l’esercizio, improntato al più assoluto rigore e scrupolosità, di una funzione che si presenta essenziale nel più ampio contesto di gestione del fenomeno migratorio, a salvaguardia degli interessi primari della collettività, oltre che dei diritti dei richiedenti".
Tradotto: una stretta sulla concessione delle protezioni umanitarie, nell’ottica di diminuire il numero di domande accolte, di persone da tutelare e nella “speranza” di disincentivare le domande di protezione umanitaria da parte dei migranti giunti sul territorio italiano, in modo da diminuire i costi dell’accoglienza.
Qualche ora dopo la pubblicazione della nostra anteprima, Salvini ha spiegato: