La sottosegretaria Montaruli si è dimessa dopo la condanna definitiva per le spese pazze in Piemonte
Alla fine si è dimessa, Augusta Montaruli, dal suo ruolo di sottosegretaria all'Università. "Ho deciso di dimettermi dall'incarico di governo per difendere le istituzioni certa della mia innocenza", dice la deputata di Fratelli d'Italia annunciando il suo passo indietro. Anche se, di fatto, la sentenza è definitiva visto che è stata pronunciata in terzo grado dalla Corte di Cassazione. Il caso è quello di Rimborsopoli in Piemonte: la sottosegretaria, all'epoca dei fatti consigliera regionale, spese 25mila euro di fondi pubblici in borse, vestiti di marca, libri erotici, cristalli Swarovski, cene in locali costosi e altri svaghi simili.
"Se ciò non avvenisse sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti, addirittura ostentando clemenza verso chi agita l'arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell'ombra davanti alla ‘protesta più forte' di chi la vita se l'è tolta davvero poco più di un anno fa – continua Montaruli – Tutto questo sì è stato decisamente imbarazzante".
Il primo a chiedere le dimissioni di Montaruli è stato il candidato alla segreteria del Pd e attuale presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che con un tweet ha chiesto che fosse rimossa dal suo incarico. Poi questa mattina ha ribadito: "Sulla sottosegretaria Montaruli la mia posizione è molto chiara, io sono un garantista vero, non mi sono mai permesso di dare giudizi affrettati e prima che si pronunci la magistratura in maniera definitiva. Qui c'è una condanna in via definitiva e quindi credo che sia doveroso per chi ricopre incarichi pubblici doversi dimettere".
"La condanna non le consente di continuare a rivestire tale ruolo istituzionale. Riteniamo doverose le sue dimissioni. Tragga lei stessa, in un sussulto di dignità, le conseguenze della condanna per peculato e faccia un passo indietro. Cosa ha da dire la presidente Giorgia Meloni sulla sua compagna di partito? – dicono gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione alla Camera e al Senato, in una nota congiunta – Ritiene poco edificante per il mondo dell'università e per il governo in generale avere un condannato tra le proprie fila, o coprirà le spalle anche a lei?".
"Quando una persona viene condannata in via definitiva non si può certo esultare, e noi non lo facciamo. Ma se si hanno incarichi di governo e la condanna riguarda l’uso improprio di denaro pubblico proprio nell’esercizio delle funzioni è ancor più necessario un atto di rispetto verso le Istituzioni – dice Elisabetta Piccolotti, dell'alleanza Verdi e Sinistra – È per questo che aspettiamo un passo indietro di Montaruli, sempre così severa e rigorosa nei confronti dei percettori del reddito di cittadinanza, dal suo incarico ministeriale".