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L’Onu alla Libia e all’UE: “Cambiate le politiche sui migranti, vanno garantiti i diritti umani”

La Libia e gli Stati membri dell’Unione europea “hanno creato un ambiente dove la dignità e i diritti umani dei migranti sono a rischio”, per cui i “naufraghi che vengono salvati a volte devono aspettare per giorni o settimane prima di essere sbarcati in sicurezza” oppure vengono respinti verso la Libia, un Paese dove continuano le violenze che non può essere considerato un porto sicuro. Lo ha detto l’Agenzia dell’ONU per i diritti umani.
A cura di Annalisa Girardi
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La Libia e gli Stati membri dell'Unione europea devono urgentemente cambiare le loro politiche sulla gestione dei flussi migratori, che "troppo spesso derubano i migranti delle loro vite, dignità e diritti umani fondamentali". L'appello arriva dall'Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, che ha sottolineato: "La vera tragedia è che gran parte della sofferenza e delle morti lungo la rotta del Mediterraneo centrale si possono prevenire".

L'alta commissaria ha proseguito raccontando che ogni anno moltissime persone annegano perché i soccorsi o arrivano troppo tardi o non arrivano nemmeno. "I naufraghi che vengono salvati a volte devono aspettare per giorni o settimane prima di essere sbarcati in sicurezza. Oppure, e questi casi stanno aumentando, vengono riportati in Libia (almeno 10,352 persone sono state respinte verso il Paese nel 2020, ndr), un Paese che come è stato più e più volte detto non è un porto sicuro a causa delle violenze".

Un report dell'Agenzia dell'Onu per i diritti umani, che ha preso in considerazione il periodo tra gennaio 2019 e dicembre 2020, inoltre sottolinea che l'assenza di protezione dei migranti in mare non è una "tragica anomalia", ma piuttosto una "conseguenza delle decisioni e delle pratiche politiche portate avanti dalle autorità libiche, dagli Stati membri e alle istituzioni dell'Unione europea e da altri attori coinvolti che, insieme, hanno creato un ambiente dove la dignità e i diritti umani dei migranti sono a rischio".

Nel documento, inoltre, si esprime preoccupazione per i tagli, fatti dagli Stati membri dell'Ue, alle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Non solo: nel frattempo, si nota, i governi stanno anche ostacolando le navi umanitarie delle Ong nei loro salvataggi. Senza contare che le navi commerciali spesso evitano di andare in soccorso ai migranti in difficoltà perché sanno che saranno poi costretti a giorni, se non settimane, di stalli in mare e ritardi prima di poter effettivamente far sbarcare queste persone.

L'Onu critica quindi duramente gli accordi presi tra gli Stati membri e la Libia, Paese che come è stato detto troppe volte calpesta i diritti umani dei migranti: la cooperazione con le autorità libiche, si legge nel comunicato, non deve mai prescindere dal pieno rispetto della legge internazionale e dei diritti umani. E in nessun caso i migranti soccorsi o intercettati in mare possono essere riportati in Libia, ma deve essere assegnato loro un porto sicuro.

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