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Il ministro Lollobrigida non si scusa e ora dice che non sapeva cosa vuol dire sostituzione etnica

Il ministro Lollobrigida, che ha sollevato polemiche per aver detto che l’Italia “non deve arrendersi alla sostituzione etnica”, una teoria del complotto molto nota e diffusa soprattutto in ambienti di estrema destra, si è difeso in una serie di interviste: “Fino a ieri non la conoscevo”.
A cura di Luca Pons
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"Non conoscevo la teoria della sostituzione etnica". Questa è la linea difensiva del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, che mercoledì ha sollevato una forte polemica affermando: "Non possiamo arrenderci all'idea della sostituzione etnica: vabbè, gli italiani fanno meno figli, li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada". Il tema del suo intervento era la bassa natalità in Italia, ma mescolandola con l'immigrazione il ministro ha citato una delle teorie del complotto a cui fa riferimento l'estrema destra, cioè l'ipotesi che esista una cospirazione per sostituire le persone bianche con persone di altre etnie. Una teoria complottistica così diffusa e nota che anche il sito del governo italiano, in una pagina dedicata, la definisce un "mito neonazista".

Le sue parole hanno scatenato le reazioni dell'opposizione, da Elly Schlein che ha parlato di "linguaggio da suprematismo bianco" a Giuseppe Conte che ha chiesto: "Non rendiamoci ridicoli di fronte al mondo". Nelle ore successive sono arrivati in soccorso alcuni esponenti di Fratelli d'Italia, da Giovanni Donzelli ("attacchi senza senso") a Fabio Rampelli ("la sinistra è impegnata in una stucchevole  guerra di parole"). Più freddi gli alleati, con il vicepresidente del Senato leghista, Gian Marco Centinaio, che ha riconosciuto che quelle di Lollobrigida sono state parole "veramente brutte", mentre il vicecoordinatore di Forza Italia Alessandro Cattaneo ha detto: "È un modo di dire che non utilizzerei". Poi ha preso la parola lo stesso ministro, in una serie di interviste.

La difesa di Lollobrigida: "I valori italiani vanno difesi con la nascita di bambini, ma non sono razzista"

"Accetto la critica politica ma non l’insulto", ha affermato il ministro Lollobrigida. "Io non sono razzista. Sul piano terminologico ho sbagliato, ma per ignoranza, non per razzismo", ha detto all'Huffington Post. In un'intervista al Corriere, parlando di "polemiche strumentali", ha ribadito lo stesso concetto: "Nelle mie parole non c’era alcun riferimento a visioni ben lontane dalla mia formazione", ha detto, nonostante abbia esplicitamente citato la sostituzione etnica in quanto rischio che il calo demografico della popolazione italiana porti a una sostituzione da parte di persone immigrate. "Fino a ieri non sapevo chi fosse il signor Kalergi", il promotore della teoria della sostituzione etnica che a sua volta ha una pagina sul sito del governo italiano. Il ministro ha continuato: "Non perdo tempo con folli e complottisti a cui la sinistra dedica molta attenzione".

Commentando il fatto che anche Giorgia Meloni e Matteo Salvini, in campagna elettorale, abbiano più volte parlato di "sostituzione etnica" per indicare il ‘rischio' che gli italiani vengano sostituiti da persone immigrate da altre Paesi, il ministro ha risposto: "Se siamo italiani e pensiamo che i nostri valori debbano essere tutelati dobbiamo difenderli, con la nascita di bambini". Senza "ostacolare l’integrazione, ma senza cancellare la nostra cultura a vantaggio di altre. Si può diventare italiani anche venendo qui, lavorando, apprezzando il nostro modello e giurando sulla Costituzione".

Sul tema del razzismo, Lollobrigida ha commentato: "Io in Aula ho detto che quando uno indossa la maglia della nazionale vedo solo l’azzurro e non il colore della pelle. Definire gli italiani per il colore della pelle è un errore. Io rispetto la musica o i piatti etnici a prescindere dal colore della pelle di chi suona o cucina".

Cercando di cambiare argomento, poi, il ministro ha ribadito: "Nella mia vita ho preso distanze siderali da chi immagina complotti internazionali, e altre follie di questa natura. Io stavo parlando in positivo di immigrazione legale". E ha concluso sminuendo con una battuta le accuse di suprematismo bianco: "L’ultima volta che ho sentito parlare di suprematismo bianco stavo guardando i Blues Brothers, uno dei miei film preferiti. E non ero dalla parte dei nazisti dell’Illinois".

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