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Lollobrigida non si dimette dopo il caso della fermata speciale del Frecciarossa: “Nessun danno”

Il ministro Lollobrigida non lascia: nonostante la richiesta di dimissioni avanzata dalle opposizioni per il caso della fermata straordinaria del treno su cui viaggiava, il ministro di Fdi rimarrà al suo posto.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida risponde alle opposizioni che lo vorrebbero fuori dal governo dopo il caso della fermata ‘ad personam' del Frecciarossa su cui viaggiava. Il treno ha effettuato una fermata straordinaria alla stazione di Ciampino: Lollobrigida ha spiegato in un'intervista a Libero che la sua fretta era dovuta al fatto che era atteso a una cerimonia a Caivano per l'inaugurazione di un nuovo parco urbano.

Ma cosa è successo? Il treno aveva accumulato quasi due ore di ritardo. Un ulteriore ritardo sarebbe stato provocato da un problema ad uno scambio tra Zagarolo e Valmontone. A quel punto il capotreno sarebbe stato autorizzato dal personale Rfi ad effettuare la fermata aggiuntiva non prevista. Circostanza che avrebbe consentito al ministro di raggiungere Caivano con altri mezzi. L'episodio ha provocato la reazione delle opposizioni, con l'annuncio di interrogazioni e Italia viva di Renzi pronta a chiedere le dimissioni.

"Mi dichiaro colpevole", ha esordito nell'intervista il ministro. "Sì, sono colpevole di essere vicino al presidente del Consiglio, da decenni prima che lo diventasse".

E sulla richiesta di dimissioni: "Non è la prima volta. Le chiedono per tutto tranne che per il mio lavoro. Io faccio il ministro dell'Agricoltura. In un anno sono stato attaccato sulla sostituzione etnica, sulla mia vita privata, sulla mia carriera, ma io sono diventato prima militante della destra giovanile, poi cognato di Giorgia Meloni, quindi parente del premier e suo ministro; faccio politica da trentasette anni, perché ci credo e non per ambizione. Tutto è nato da questo".

Secondo la versione di Lollobrigida, "il treno si è fermato diverse volte e a lungo; anzi continuava a fermarsi di suo. Io ho chiesto, al pari di altri viaggiatori, di poter esercitare ciò che qualsiasi utente può chiedere ai sensi di quanto consentito dal contratto di viaggio: la possibilità di scendere, e quando è stato possibile l'ho fatto, con tutti gli altri passeggeri che hanno voluto cogliere la possibilità".

"Le porte si sono aperte solo quando era consentito, cioè a Ciampino. La fermata straordinaria è consentita dal regolamento delle Ferrovie. Ho chiesto di scendere alla prima fermata utile spiegando al capotreno le ragioni". La sinistra, però, lo accusa di aver commesso un abuso di potere: "Mi sembra difficile. Non ci sono state violazioni di legge e Ferrovie si è determinata senza alcuna pressione che andasse oltre la richiesta da cittadino che voleva fare il suo lavoro, senza recar danno a nessuno. Come chiarito dall'Azienda, nessun danno, nessun ritardo, nessun disagio e nessun costo. Per nessuno".

"Martedì era la giornata degli alberi, io ero chiamato a Caivano per piantare l'albero di Falcone in una piazza riqualificata che fino a pochi mesi fa era luogo di spaccio. Dovevo rappresentare lo Stato in un luogo in cui lo Stato è rimasto assente troppo a lungo. Che figura ci avrebbero fatto e istituzioni se non mi fossi presentato? Sarebbe stata un'ulteriore latitanza, con tanto di bambini, banda e carabinieri a testimoniarla".

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