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Lollobrigida dice che nel 2025 la cucina italiana sarà patrimonio dell’Unesco

Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Lollobrigida ha annunciato che la cucina italiana sarà patrimonio Unesco nel 2025.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Crediamo che la cucina italiana nel 2025 sarà patrimonio dell'Unesco: dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo, e consapevoli delle potenzialità del Made in Italy". Lo ha annunciato in una intervista al Secolo XIX il ministro dell'Agricoltura della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.

"L'Italia – ha aggiunto – al momento non è tra i Paesi con una cucina considerata patrimonio universale, a differenza di Giappone, Francia, Messico e Corea. Ci è sembrato innaturale, quindi abbiamo presentato la candidatura a questo titolo che nel 2025 crediamo ci sarà attribuito".

Per l'esponente del governo la cucina rappresenta anche un veicolo di identità da esportare di più all'estero: "È un racconto della nostra storia, delle tante contaminazioni che nel tempo hanno messo in condizione l'Italia di avere buon cibo, grandi cuochi, un mondo di produzione e trasformazione che garantisce l'elemento che caratterizza il sistema Italia: la qualità. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo costruito grazie al lavoro di tante generazioni, e consapevoli delle potenzialità del Made in Italy. Quando vai nel mondo e dici di essere italiano c'è già simpatia per ciò che rappresentiamo: per i nostri militari nelle missioni di pace internazionali, per i nostri emigranti che hanno contribuito al benessere di tanti Paesi, per ciò che veicoliamo nella moda, nell'arte, nello sport, nella cultura e nella cucina. Siamo una piccola nazione in termini geografici ma abbiamo gran parte del patrimonio dell'umanità. Abbiamo il dovere di esportarne il più possibile".

Un passaggio è dedicato anche al rinvio della decisione della ratifica del Mes: "Abbiamo affrontato quest'argomento con serietà, fin dall'inizio. Riteniamo che queste scelte vadano fatte in una logica rispettosa della sovranità dei popoli e, a oggi, queste garanzie non ci sono con certezza. In una logica complessiva, noi chiediamo un ripensamento del sistema Europa, per renderlo più solidale e omogeneo. Dobbiamo chiudere un ciclo strano, che ha visto, all'interno dello stesso contenitore e con le stesse regole, crescere le nazioni in maniera diversa".

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